Proverbi del Salento
Bazzecole e pistacchi - Fantasie salentine
Sorte noscia - Sorte nostra! !
Nun c’è ceddhri ca nne la mmoscia - Non c’è nessuno che ce la mostri
E cce dici ca ne li sciamo - E che dici che ce ne andiamo
Senza mancu cu lla pruamu? - Senza nemmeno averla provata?
Per comprendere cosa succede nella breve storiella conviene individuare quelle parole o frasi che permettono di ipotizzare appunto cosa accade e chi potrebbero essere i protagonisti.
I suggerimenti provengono innanzitutto dalla esclamazione “Sorte nostraâ€. Significativi sono pure: “Non c’è nessunoâ€, il verbo “mostrare†(mmoscia) e poi l’ultima parola, ossia il verbo “provare†(pruamu). C’è anche quel “E che dici†che ci permette di stabilire con certezza che i protagonisti, maschi o femmine, siano due.
E si tratta poi di qualcosa così importante la cui mancanza fa disperare anche soltanto se non si può nemmeno vedere. Figurarsi se non si può provare! Da intendere forse nel senso di assaggiare. E i protagonisti o le protagoniste (vedremo avanti) sono d’accordo proprio su questo punto, cioè che il loro destino (sorte) è crudele in quanto la privazione di questo bene è totale e duratura.
Siamo dunque certi che si parla di qualcosa che si può vedere, se è in mostra, e che è anche qualcosa che si può provare, come per esempio una torta.
Quanto al suggerimento che proviene dall’uso del femminile nel testo (ce la mostri – ne la mmoscia; averla provata – lla pruamu) non conviene per ora considerarlo, perché la lingua salentina inspiegabilmente a volte esprime paradossi (vedremo più avanti).
Ora procedo all’ interpretazione e ipotizzo che quel “non c’è nessuno†sia da intendere che i protagonisti siano in un luogo isolato; “provare†si riferisca a qualcosa di tanto buono che fa addirittura disperare. Immagino quindi che due persone si trovino in un luogo che non permette loro di andare alla ricerca di qualcuno che possa mostrare e far loro provare ciò che desiderano.
Quale può essere il luogo? Necessario stabilirlo perché potrebbe suggerirci qualcosa sui due che parlano. E mi viene in mente una prigione, però nella prigione è difficile trovare persone con poca o nessuna esperienza anche solo in un campo. Forse un convento, che raccoglie invece giovani con poca esperienza del mondo, e nel quale essi vi trascorrono tutta la vita. E così si potrebbe concludere ipotizzando che due giovani monaci, tormentati dal bisogno di vedere e provare un qualcosa, si disperino per la crudeltà del loro destino perché potrebbero morire senza aver soddisfatto questo bisogno. Ora questo qualcosa cosa può essere? E a questo punto bisogna avvertire che la lingua salentina esprime delle stranezze, per esempio in alcuni modi di dire, oggi in parte superati, si invertono i generi maschile e femminile, cioè si dice al femminile ciò che è maschile e viceversa, così si usano parole che capovolgono il senso di particolari, per esempio del corpo umano, e che perciò possono generare equivoci. E dunque questo qualcosa suggerisce che le protagoniste della scenetta potrebbero essere due monache?
NEI GIORNI DI FESTA
Nei giorni di festa
Si resta
In famiglia
Si parla la lingua
Che lesta
Ti piglia
e tornano i detti
i lazzi e i proverbi
sorridere fanno
e pure... pensare
detti, lazzi e proverbi salentini
che possono adattarsi a questi giorni stracolmi di feste
1 - Ci ue' bbiti na bona ‘nnata
Natale ssuttu e Pasca mmuddrata
Se vuoi vedere la buona annata
Natale asciutto e Pasqua bagnata
Se a Natale c’è il sole e a Pasqua piove l’agricoltura promette: saggezza contadina che nasce dall’esperienza nei campi.
2 - Oru oru oru ognetunu a casa loru
Oru oru oru tutti quanti a casa loro (ognuno a casa sua)
Un poco come: Natale con in tuoi, le altre feste con chi vuoi
3 - Cotula lu tente ca la fame se risente
Stuzzica il dente così si sveglia l’appetito
Per questo motivo si offrono gli aperitivi
4 - Mangia te lu tou e binchiatene
Mangia ciò che è tuo e riempiti lo stomaco
Approfitta e mangia purché sia tutto tuo. Si può intendere anche come metafora…non mangiare la roba d’altri
5 - Ci ue' bbiti lu 'mbriacu veru subbra lu citu se bie lu mieru
Se vuoi vedere il vero ubriaco dopo l’aceto beve il vino
Riconosci chi tende a ubriacarsi se il vino gli piace di più dopo le pietanze condite con aceto
Secondo altri: L’amico è talmente ubriaco che non si accorge che il vino che sta bevendo è diventato aceto.
6 - Scià curcamune ca li cristiani se nane scire
Andiamo a dormire perché gli amici devono andar via
Detto scherzoso quando gli amici si attardano nella nostra casa dopo cena. Invece di dire loro: “Scusate, dovete andar via perché per noi è tardi e a quest’ora andiamo a dormireâ€, si dice (si vorrebbe dire): “Andiamo a dormire perché per gli amici è tardi e devono andare viaâ€
Proverbi salentini
continua se vuoi
I proverbi sono la sapienza popolare.
Sono proposizioni che contengono norme, giudizi e pregiudizi, consigli spesso buoni a volte assai discutibili o addirittura pessimi.
Sono espressi in maniera sintetica, spesso in metafora e in rima,
e hanno origine dall'esperienza.
Si invita il lettore a inviare altri proverbi e/o detti; a intervenire per tradurre e/o a spiegare le frasi con asterisco o con tre interrogativi.
Anche a correggere le interpretazioni date.
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A una frase
Na ddru Diu! Oh Quel Dio!
Ranne Diu! Grande Dio!
Issime ‘nfucatu nnu razzu! Sarebbe stato meglio se mi fossi affogato un braccio!
Esclamazione ironica e paradossale da esprimere quando un amico rifiuta con sgarbo l’aiuto che gli stiamo offrendo
Pete cata pete Passo dopo passo
Facciamo le cose a piccoli passi
Iabbu rria, castima no Il gabbo arriva, la bestemmia no
Se si vuol fare del male a qualcuno è inutile maledirlo, meglio burlarsi di lui perché la burla o il gabbo, ossia la presa in giro colpiscono
e si diffondono di più della maledizione
Lu busciardu nu sa scirrare nienzi Il bugiardo non deve dimenticare nulla di ciò che dice
Stai attento, bugiardo! Non dimenticare le bugie che dici, ti troveresti in guai seri. Splendido esempio di sapienza popolare.
Seguite questo consiglio, bugiardi
A casa ecchia nu mmancane surgi In una casa vecchia non mancano i topi
Nel senso che trovi sempre ciò che cerchi
Ma misu nu pilice a 'n capu Mi hai messo una pulce in testa
Mi hai dato dei suggerimenti che sono diventati un tarlo nella mia testa
Qua sutta nu cchioe Qua sotto non piove
Se stai con me sei al riparo di ogni cosa
Lu cane secuta lu strazzatu Il cane segue il vagabondo
Il randagio e il vagabondo stanno insieme, ossia i simili si attraggono
Ci cu te essa l'anima te culu Che ti possa uscire l’anima dal culo
comu all'arabi come agli arabi
La traduzione è chiara; quanto al significato c’è da dire che siamo di fronte a un pregiudizio di innegabile impronta razzista. Negli arabi l’anima
seguirebbe una via in genere percorsa dalle feci. I pregiudizi sono disprezzo manifesto, in questo caso il disprezzo si raddoppia e noi prendiamo
le distanze da simili espressioni di “saggezza popolareâ€
Li uai te la pignata I guai (difetti) della pignata (recipiente in
li sape la cucchiara terracotta ) li conosce il mestolo
Chi ti sta vicino ti conosce a fondo
A più frasi
Cinca mangia face muddriche Chi mangia fa cadere molliche
Chi ruba finisce per farsi scoprire per piccole cose
Ci unchia spunchia Chi si gonfia esplode
Chi si vanta eccessivamente finisce per esplodere e frantumarsi
Ci cangia ddefrisca Chi cambia si rinfresca
Il cambiamento è un’ottima strategia perché permette di riposarsi e acquistare nuove energie
L'amicu lu chiangi quannu lu pierdi L’amico lo piangi quando lo hai perduto
Considerazione amara che ha le basi nell’esperienza di tutti noi
Ci se curca cu li strei Chi va a letto con i ragazzi
se ausa pisciatu si alza tutto pisciato
Chi ha a che fare con i ragazzi ci rimette sempre
Ci è chiù fessa Chi è più stupido
la urpe o ci la secuta? la volpe o chi la segue?
Questa massima proposta sotto forma di interrogativo è assai diffusa nelle lingue regionali.
Quannu squaia la nie Quando la neve si scioglie
Essenu li strunzi escono gli stronzi
Quando si toglie il velo alle cose appaiono le brutture
Fattela cu li meju Stai con le persone migliori
e pacane le spese e paga loro le spese
??? Pare proprio che si suggerisca di frequentare le persone che riteniamo migliori di noi e per di più essere con loro servizievoli.
La prima parte va bene nel senso che il consiglio è buono, ma ciò che segue è insegnamento micidiale. (Se avete da correggere l’interpretazione,
siete i benvenuti)
Mangia te lu tou Mangia ciò che è tuo
e binchiatene e riempiti lo stomaco
Di ciò che è tuo fai quello che vuoi
Quannu la urpe nu rria all'ua Quando la volpe non arriva all’uva
tice ca è mmara dice che è amara
Questa massima è diffusa in tutte le lingue
Quannu Iu ciucciu nun 'mbole bia Quando l’asino non vuole bere
magari ca fischi è inutile fischiare
E’ inutile stimolare chi non ha voglia di fare
La jaddrina face l’ueu La gallina fa l’uovo
e allo jaddru ne usca lu culu e al gallo gli brucia il culo
Per dire: c’è chi lavora veramente e chi gli sta vicino a guardare si lamenta per aver lavorato
Quannu lu tiaulu te ‘ncarizza Quando il diavolo ti accarezza
L’anima ne ole vuole la tua anima
Il diavolo sarebbe l’amico che ti blandisce ma che in realtà vuole spillarti quattrini o altro
Ci pecura se face Chi si fa pecora
Lu lupu se la mangia il lupo se la magia
Anche questa massima è diffusa in tutte le lingue
Te ‘mpari sulu Impari soltanto
Quannu cachi cu lu culu tou quando cachi col culo tuo
Si intende dire che soltanto quando fai esperienze dirette apprendi veramente. Insomma la didattica del fare. La saggezza popolare esclude
- forse non a torto - tutti gli altri metodi didattici
In versi
Ci ue' bbiti na bona ‘nnata Se vuoi vedere la buona annata
Natale ssuttu e Pasca mmuddrata Natale asciutto e Pasqua bagnata
Tipica saggezza contadina che nasce dall’esperienza nei campi. Se a Natale c’è il sole e a Pasqua piove l’agricoltura promette
(Certo bisognerebbe fare un’indagine per vedere se è vero o se lo è ancora).
Ci ue' bbiti lu 'mbriacu veru Se vuoi vedere il vero ubriaco
subbra lu citu se bie lu mieru dopo l’aceto si beve il vino
L’ ubriacone lo riconosci se dopo le pietanze condite con aceto il vino gli piace di più (Spiegazione non accetta da tutti)
Cotula lu tente Stuzzica il dente
ca la fame se risente così si sveglia l’appetito
E’ per questo motivo che si offrono gli aperitivi
La morte te lu purpu è la cipuddra La morte del polpo è la cipolla
la sanità te l'omu è la uzzeddra la salute dell’uomo è il boccale (di terracotta)
Paradosso che mette insieme nell’ottica umana la morte del polpo con la salute dell’uomo. Per comprendere bisogna tenere presente
che la morte del polpo è nel senso che il polpo con la cipolla ti fa morire di piacere e il boccale colmo di vino ti dà salute
Quannu lu chiuddru scama Quando xxxxxxx piange
la patruna chiama a padrona chiama
??? Cosa è innanzitutto il “chiuddru� E perché quando piange chiamerebbe la padrona? E se ha una padrona è forse un animale?
Te Santa Lucia crisce la tia (Il giorno) di Santa Lucia cresce xxxxx
coma l'ecchiu te l'addrina mia come l’occhio della gallina mia
??? Qualcuno sa cosa sia la tia e può spiegare questo detto
Giochi di parole, lazzi, paradossi, spesso irriverenti o licenziosi
Pupiddru Pupillo (? Forse bambino?)
scuntala a quiddru scontala a lui (dando uno schiaffo)
Gioco di parole e di mani con rima tra più amici per far passare uno schiaffo da uno all’altro
Oru oru oru Oro oro oro
ognetunu a casa loru tutti quanti a casa loro (ognuno a casa sua)
Da dire al termine di una serata tra amici
T'enteressa? Ti interessa
tre sordi na pettenessa tre soldi per un pettine
Modo di dire quando l’amico è interessato a quello che stai facendo
Scià curcamune Andiamo a dormire
ca li cristiani se nane scire perché gli amici devono andar via
Ironico per via del “capovolgimento della delicatezza†verso gli amici ospiti che si attardano nella nostra casa dopo cena. Invece di dire loro:
“Adesso, scusate, ma dovete andar via perché per noi è tardi e a quest’ora andiamo a dormireâ€, si dice (in realtà si vorrebbedire):
“Andiamo a dormire perché per gli amici è tardi e devono andare via
Uei nu culummu? Vuoi un fiorone
otate retu ca te lu 'ncummu girati che te lo appoggio dietro
Un gioco di parole con rima e con forte contenuto sessuale per quel “te lo appoggio dietroâ€
Ne li sciamu parite parite Ce ne andiamo rasentando il muro
cussì mammata nun ne ite così tua madre non ci vede
Ipotesi interpretativa: una coppia di giovani vuole sgusciare via di casa per appartarsi e uno dei due -forse il maschio- suggerisce
quanto detto nella traduzione. Naturalmente si può generalizzare e quindi è un invito a nascondersi per qualunque motivo
Sorte noscia! Sorte nostra!
Nun c’è ceddhri ca nne la mmoscia Non c’è nessuno che ce la mostri
E cce dici ca ne li sciamo E che dici che ce ne andiamo
Senza mancu cu lla pruamu? Senza nemmeno averla provata?
ESEGESI (interpretazione critica di un testo specialmente biblico o giuridico – aggiungerei anche salentino…perché no!)