Una medicina per i malati e non per la malattia

di Maurizio D’Anna

Psicologia e terapie alternative in soccorso della Medicina ufficiale.

Perché il concetto di medicina non si esaurisce con l’applicazione di una particolare tecnica, ma va al di là di ogni singola terapia fino ad arrivare a un reale soddisfacimento dei bisogni "umani".

Cercate di immaginare un mondo in cui un bambino può morire in pochi giorni per morbillo, bronchite o per un frammento di cibo andato di traverso. Un mondo in cui si fanno quindi sette-otto figli nella speranza che ne sopravvivano un paio. Ci siete? Basta fare qualche passo indietro, nel nostro passato, per rivivere tutto ciò. Tutto questo fino a quando, un giorno, si è affermata una medicina che, rompendo ogni legame con la magia e la suggestione, è riuscita a fondarsi sulla scienza positivistica producendo vaccini, sieri, antibiotici, interventi chirurgici sempre più sofisticati. Questo è il passaggio che spiega la cieca fiducia maturata ad ogni livello sociale verso le discipline medico-biologiche; ad essa si contrappone, agli antipodi, solo un ancestrale retaggio culturale che permette la sopravvivenza di pratiche esoteriche (e spesso delittuose) di guarigione. Oggi la medicina, nelle sue espressioni istituzionali, è sempre più sorda a qualunque modello che non sia corpo = macchina, di cui si considerano i pezzi, uno alla volta, per prevenire, diagnosticare, riparare. Inoltre, secondo un modello ottocentesco, si cerca la patologia a testa bassa dentro un microscopio dimenticandosi dell'organismo in toto e della mente che lo governa.
Tutto ciò proprio mentre, nell'ambito della psicologia e delle medicine alternative, sono sempre più metodologicamente corretti e ricchi di risultati gli studi che mostrano l'importanza di fattori psichici nel determinare stati di salute e nel rilevare i fenomeni di patologia somatica quale espressione di un disagio dell'individuo e del suo contesto relazionale.
Nonostante la reazione di sospetto, a volte giustificato, e, in alcuni casi, di dichiarata ostilità da parte della classe medica ufficiale, si affermano sempre più e in modo complementare alle terapie convenzionali, strumenti e metodi protési a risolvere problemi riguardanti la salute psicofisica e che, soprattutto, restituiscono alla tecnica terapeutica un valore naturale e “a misura d’uomo”. La medicina olistica, ad esempio. Essa trae origini da una filosofia che considera l'organismo nella sua interezza piuttosto che nelle singole parti che lo compongono. In questo modo si cerca di mettere in armonia le dimensioni emotive, sociali, fisiche e spirituali della persona per stimolare il processo di guarigione del paziente.
La medicina orientale, parallelamente, racchiude in sé l’idea della complementarità del principio dello yin e dello yang: ogni cosa possiede una doppia polarità e solo quando esiste un perfetto equilibrio tra le due valenze è possibile avere salute fisica e psichica. Lo squilibrio di tali cariche comporta instabilità e, quindi, malattia.
A forme di terapia con radici culturali e storiche lontane si affiancano inoltre le ricerche recenti sull’effetto che l’ambiente ha sulla salute della psiche e del corpo. Facciamo l’esempio della Pet-Therapy che sfrutta, per fini terapeutici, gli effetti benefici sull’uomo derivanti dalla presenza di animali, tramite interventi mirati a favorire il miglioramento di funzioni fisiche, sociali, emotive e cognitive.
Potremmo elencare molte altre medicine alternative, magari troppe, cambiamo invece direzione raccontando una storia: è la storia di Norman Cousins, un giornalista che si ammalò di una spondiloartrite anchilosante, prognosi di vita 12 mesi. Norman aveva sentito parlare della terapia della risata e dell’effetto analgesico e anti infiammatorio della vitamina C, quindi chiese ai medici di praticargli somministrazioni massicce di vitamina e si fece portare in camera il televisore con videocassette di film comici. Dopo sei mesi cominciò a muovere le mani, a battere a macchina; dopo un anno si ristabilì completamente e scrisse un bellissimo libro: “La volontà di guarire. Anatomia di una malattia”.
Falso? Esagerazione? Letteratura? La verità è che, come la fiducia nella terapia ne supporta l’efficacia, la fiducia nelle capacità di autoguarigione ed il buonumore facilitano la risposta immunitaria e stimolano la produzione di sostanze essenziali per la salute.
Se fino ad un secolo fa avremmo ritenuto parossistico pensare che uno dei nostri otto figli, ricorrendo ad un clown prima e ad un cane dopo, sarebbe potuto guarire da una disabilità grave, altrettanto, oggi, risulta essere ottuso considerare le terapie di cui si è trattato alla stregua di pratiche fantasiose per moderni sciamani e, chi ne parla e scrive, un fantasioso romanziere. E’ indubbio che la psicologia non goda di molta stima nell’ambiente medico-scientifico in questo momento, ma se è vero che non si può sperare che la verità si affermi da sola, bisogna ricordare che un'idea si impone in rapporto al potere culturale e politico che riescono a raggiungere coloro che la sostengono.
D'altra parte se e quando si arriverĂ  a dimostrare che l'affiancamento di uno psicologo al medico di base e della medicina alternativa a quella ufficiale non solo migliora la qualitĂ  della vita ma riduce significativamente la spesa sanitaria per ciascun assistito, allora forse non si parlerĂ  piĂą in termini di narrativa ma di antologia medica.

inserito 12.10.2010

 

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