Il fascino del tango

elportenitoIndagine semiseria sul perchè ci piace il tango di Maurizio Mazzotta                 

inserito 25.12.2006

Premessa.

L’estate siamo soliti, mia moglie ed io, incontrarci con alcune coppie di amici nella nostra mini pista da ballo in campagna per allenarci nei passi appresi nei vari stage e corsi di tango, frequentati durante i mesi precedenti.
Dal momento che proveniamo tutti dal liscio o dai balli dell’America latina e conosciamo molte coppie che frequentano le balere, spesso le invitavamo nel tentativo di “convertirle “ al tango. Ora non più: abbiamo scoperto che tale conversione è molto spesso un processo personale che si sviluppa autonomamente.
Erano e sono bravi ballerini di fox, valzer e tango da sala, ex “compagni di merenghe“, samba, rumba.

Per il nostro tango argentino preferiamo lo stile dove è fondamentale l’abbraccio: braccia al collo, alla vita, coi messaggi veicolati soprattutto attraverso i movimenti della spalla, stretti dalla cintola in su, le gambe libere di muoversi.
Caratteristica delle milonghe, dove si balla il tango argentino, è non solo lo scambio dei partner ma proprio la ricerca della ballerina sconosciuta da parte del ballerino: una sorta di sfida con se stessi, un verificare le proprie capacità di inviare messaggi corretti. Certamente anche per nuovi contatti nella breve simulazione del rapporto uomo-donna, propria di tutti i balli di coppia, quando la coppia non è fissa.
La sera in cui erano presenti al nostro training gli amici invitati, l’incontro ovviamente diventava una “dimostrazione“, quasi una “lezione”, scandita dai seguenti tempi.

Primo tempo. Gli ospiti ci guardano mentre ci alleniamo e finiamo ovviamente per esibirci, scambiandoci i partner, ed ecco lustrade: lei che strofina la caviglia sulla gamba di lui, tocco di erotismo ( e giacché…ci si lucida , lustra?, le scarpe ); ganci: gambe che si aggrappano a gambe; enganche alte: gambe in alto che accarezzano il fianco dell’uomo e gonne che scivolano fino a mezza coscia. La coppia invitata assiste e segue con espressione apparentemente neutra, indecifrabile. Certamente non è del tutto nuovo ciò che vedono, la TV mostra spesso ballerini di tango, quello con lo stile aperto, che appare più spettacolare. Secondo tempo. Ai due che si accingono a ballare insieme per apprendere i primi passi diciamo subito che è necessario trasmettere e comprendere il messaggio e che perciò, una volta spiegato e mostrato sia il passo che il movimento del corpo che lo trasmette, l’ospite maschio ballerà con una ballerina del nostro gruppo e la sua compagna con uno dei ballerini. Ben presto i due sono avvolti, stretti da braccia diverse da quelle del proprio marito o moglie: guancia-guancia o guancia-fronte. I sudori della sera estiva si mescolano, ma i due ubbidiscono, le loro espressioni continuano ad essere neutre, indecifrabili. Scopriamo il senso di quelle espressioni la volta successiva… quando non si presentano, e all’invito ripetuto chiaramente oppongono rifiuti, adducendo scuse banali. Ci è successo più di una volta. Ci è capitato pure di ascoltare frasi e parole inequivocabili: “licenzioso”, “scandaloso”, “io… mia moglie con altri…”
A qualcuno di noi è venuta in mente quella che pare invece sia una leggenda sull’accettazione del tango nella buona società, problema discusso delle origini: il rifiuto appunto in quanto giudicato un ballo di coppia scandaloso ( cfr nota 1 in fondo ). Abbiamo scartato tale ipotesi. Anche perché nelle milonghe si vedono spesso coppie fisse, il cui scopo principale è chiaramente quello di esibirsi; avevamo notato pure una certa chiusura riconducibile alle incertezze del ballerino, timoroso di subire confronti, ma anche alla gelosia, al rifiuto di cedere ad altri la propria compagna sia pure nella simulazione del tango. Dunque eravamo convinti che alcuni più che sentire realmente il fascino del tango ne erano attratti superficialmente.
E almeno io cominciavo a chiedermi: il tango è trasgressivo? Sono gli altri – come la nostra esperienza dimostrerebbe – a vedere il tango come un ballo trasgressivo? O, se è realmente trasgressivo ( e bisognerebbe definire tale concetto ), gli appassionati del tango amano “inconsciamente” la trasgressione? Oppure sono altri i fattori che danno a questo ballo una particolare forza di attrazione?
Alla fine è sorta una esigenza. Non essendo uno storico, tanto meno un musicista, forse un mediocre ballerino, frequentatore di milonghe, essendo però uno psicologo, in pensione, per approfondire il tango, mi sono detto, voglio conoscere chi lo balla, maschi e femmine, e sapere perché subiscono il fascino del tango.

Perché questa indagine sarebbe semiseria? Ma è ovvio: sono in pensione. Tutto mi concedo. Interromperla, se mi pare. Accarezzare ipotesi che mi solleticano. Si sa che un ricercatore serio dovrebbe avere un approccio neutro. Anzi mirare a falsificare la sua stessa ipotesi, lo sa chi legge di scienza e di filosofia. Ma si sa pure che ciò accade di rado e che anzi le indagini risentono dell’effetto da aspettativa, che condizionerebbe gli stessi scienziati.
Mi piacerebbe per esempio che tutti gli studiosi fossero d’accordo sull’origine latina della parola: tango, dal verbo tangere, toccare, toccarsi, toccare il corpo dell’altro. Ma non è così. La questione etimologica è assai controversa. Anche quando qualche autore pone l’ipotesi del verbo tangir ( toccare ), è nel senso però di toccare, suonare uno strumento. Che delusione!
È semiseria, perché a me piace la trasgressione. La trasgressione crea cambiamento, rimescola le carte, rinnova la cultura. Il comportamento trasgressivo è proprio del soggetto creativo. Per natura il soggetto creativo va contro le regole. Non esiste la regola che recita più o meno: non guardare, a maggior ragione non toccare, abbracciare, la donna ( o l’uomo ) d’altri? E l’altra: che le signore non mostrano le cosce, figurarsi le calze autoreggenti ? che non abbracciano con le gambe le reni di uno sconosciuto, in pubblico naturalmente e stando in piedi, posizione considerata scomoda ? Certo che esistono queste regole. Alcune giovani donne hanno riferito lo sconcerto provato al loro primo ingresso nella milonga, sconcerto a poco a poco superato man mano che la musica entrava nelle vene e si diffondeva dalla testa ai piedi. Ascoltare queste storie è stato entusiasmante.
Ecco perché è semiseria, questa indagine. Parto con ipotesi emotivamente ancorate al mio vissuto, mi salva tuttavia la consapevolezza che voglio giocare. So che il campione sarà minimo a fronte dell’universo sempre più smisurato di neofiti ballerini, che a fronte di risorse economiche che occorrerebbero potrò contare soltanto su pochi amici.
Eppure a metà sarà seria. Quando il campione è minimo, si chiama - ricerca pilota: questo limite dichiarato conferisce serietà. Sarà seria, perché seguirò un metodo, presentato più avanti, di tutto rispetto. Non preoccupatevi sarà in APPENDICE . Non voglio tediare il lettore che vuole solo divertirsi e dare invece a chi non teme la lettura la possibilità di approfondire e sapere come si è svolta esattamente la prima fase, quella più importante, che ha permesso di definire lo strumento per l’indagine: il questionario.

 


 

 

mau e marirò2

  Obiettivo e metodo di indagine

Lo scopo dell’indagine originariamente era quello di indagare sull’esistenza o meno di una “personalità tanguera “. Cercare di rispondere cioè a questa domanda: i ballerini di tango, maschi e femmine, – consideravo soltanto lo stile nel quale ci si abbraccia – posseggono delle caratteristiche di personalità che li distinguono dai ballerini di liscio o di sudamericani?
Mi sono accorto che tentare di dare una risposta a tale domanda sarebbe stata operazione complessa. E l’ho semplificata ( anche per questo semiseria ! ) e mi sono chiesto: perché balliamo il tango? perché ci piace, meglio ci affascina, il tango? Indagare sul perché ci affascina il tango è l’obiettivo di questo lavoro.

Prima fase: Definizione dell’obiettivo e di un questionario per l’indagine.

Questa prima fase, la più complessa, analiticamente descritta in Appendice, è stata realizzata con i tangueri leccesi. E’ suddivisa in tre momenti e in un’azione condotta parallelamente:

Momento. Formazione di due gruppi. Ciascun gruppo ha prodotto separatamente idee sul “perché ci piace il tango” e ha creato dei raggruppamenti di concetti.
Momento. Ciascuno dei due gruppi ha trasformato i raggruppamenti in categorie. Ogni categoria è stato definita da un termine-guida, quindi le categorie sono state ordinate secondo una graduatoria di frequenza dei concetti espressi. Questo lavoro ha dato come risultato una bozza della prima parte del questionario. Lo scopo di questa prima parte è la rilevazione di dati quantitativi.
Momento. In una indagine occorre dare spazio alla possibilità di rilevare anche dati qualitativi. Per questo le persone dei due gruppi sono state invitate, ( non obbligate ), a precisare le idee espresse nel primo momento, elaborandole in brevi commenti scritti, a riferire le loro reazioni alle prime esperienze nelle milonghe, a paragonare la loro esperienza col tango con quella eventuale in altri balli, a definire infine delle metafore che esprimessero il loro vissuto come ballerini. Questo lavoro ha dato come risultato una bozza della seconda parte del questionario, il cui scopo è la rilevazione di dati qualitativi, ossia “ risposte intensamente emotive “ sul perché ci affascina il tango, su ciò che ci succede, sulle percezioni.
Azione condotta parallelamente. Se i due gruppi erano formati da tangueri con un minimo di un anno e un massimo di cinque anni di esperienza “ di milonghe ”, bisognava in qualche modo interrogare chi “ balla e si occupa ” di tango da qualche decennio, chi lo ha approfondito studiando, meditando e scrivendo. Sono stati così coinvolti, con la collaborazione di FAItango, dei testimoni privilegiati, ai quali si è chiesto di esprimere liberamente cosa pensavano del tango.


Seconda fase: Somministrazione del questionario


Sono stati diffusi 150 questionari: a Lecce, Roma, Napoli, Ancona, Ginevra, Losanna e tramite Internet. Ne sono ritornati 122: da 68 tanguere e 54 tangueri. Il questionario è stato diffuso nelle milonghe di Lecce ( 48: 31femmine, 17 maschi ), in alcune milonghe di Roma e di Napoli ( 31: 14 femmine,17 maschi ), in una scuola di tango di Ancona (15: 6 femmine, 9 maschi ). Pervenuti a Losanna e a Ginevra tramite collaboratori dell’ indagine ne sono ritornati 9 (5 femmine,4 maschi ). Diffusi da altri collaboratori attraverso la Tangueros list di Internet ne sono tornati 6 ( !!) ( 5 femmine, 1 maschio ). Il questionario è in Appendice.

Terza fase: Rilevazione delle risposte.

  1. Dati quantitativi tratti dalla prima parte del questionario: frequenze e percentuali

Si è stabilito a priori di considerare in primo luogo le frequenze nelle risposte oltre il 66% e secondariamente quelle oltre il 50%. Al di sotto di tali frequenze le risposte non sarebbero state prese in considerazione.
Nelle tabelle che seguono i dati numerici della prima parte del questionario. Nella tabella 1 il confronto delle frequenze e delle percentuali tra le risposte delle femmine e quelle dei maschi.
Nella tabella 2 ho invece confrontato i tangueri ( minimo un anno di milonghe ) con i principianti ( minimo tre mesi di milonghe ). Si tratta veramente di una “curiosità”, perché il campione ( 13 principianti: 7 femmine e 6 maschi ) è veramente troppo scarso e il confronto con i 109 tangueri improponibile. Inoltre le risposte dei principianti non hanno mai raggiunto il 66% prestabilito. Nelle scelte più frequenti sono rimasti nella fascia tra il 53 e il 61%. L’indagine è semiseria, e dunque posso permettermi anche questa lente di ingrandimento alla ricerca di qualche tendenza. Infatti, le risposte dei principianti sono in linea con quelle dei tangueri.
(Conviene dare un’occhiata veloce alla prima parte del Questionario – ultimo in Appendice - per comprendere come è strutturato. Nella tabella che segue sono riportate soltanto le parole- chiave)

TABELLA 1 – QUESTIONARIO PRIMA PARTE – Totali e confronto femmine/maschi
FREQUENZE E PERCENTUALI

 

Femmine
68
Maschi
54
Tot
122
Femmine
%
Maschi
%
Tot
%
Sfida 18 11 29
Competizione 4 12 16
Gioco ruolo 46 40 86 67,6% 74% 70%
Eccitazione 15 11 26
Accoglienza 9 8 17
Espressione
artistica
55 27 82 80,8% 50% 67%
Contatto fisico 30 29 59 44% 53% 48%
Illusione 11 10 21
Emozione 58 47 105 85% 87% 86%
Trasporto 30 16 46
Complicità 22 18 40
Terapia 8 6 14
Teatralità 1 4 5
Energia 7 16 23
Trasgressività 13 19 32
Consolazione 1 -- 1
Dialogo --

1

1
Rispetto -- 1 1
Educazione -- 1 1
TOT SCELTE 328
Media 4,8
277
Media 5,1
605
Media 4,9

 

TABELLA 2 – QUESTIONARIO PRIMA PARTE – Confronto tangueri/principianti
FREQUENZE E PERCENTUALI

Tangueri n.109 Principianti n.13 ( F7+M6) Totale n.122
Gioco ruolo  79 – 72% 7 – 53,8% 86
Espressione
artistica
74 – 67,8% 8 – 61% 82
Contatto fisico 52 – 47,7% 7 – 53,8% 59
Emozione 97 – 88,9% 8 – 61% 105
Energia 16 – 14,6% 7 – 53,8% 23

 


  1. B – Dati qualitativi tratti dalla seconda parte del questionario

Per quanto riguarda questa seconda parte del questionario i ritorni sono inferiori: femmine 62 invece di 68; maschi 45 invece di 54. Rispetto alla prima parte si sono impegnati nelle risposte un numero inferiore di intervistati. Lo scarto non è eccessivo; anzi, se si tiene conto del rifiuto sempre più diffuso nell’impegnarsi nella lettura, se si considera che una buona parte dei questionari sono stati compilati durante gli incontri in milonga, posso essere soddisfatto. Infine i numeri sono troppo “piccoli” per soffermarsi a confronti di qualsiasi genere.
Nella tabella 3 le rilevazioni delle risposte – frequenze e percentuali – di questa seconda parte.
( Conviene leggere attentamente la seconda parte del Questionario – ultimo in Appendice - per comprendere a fondo il senso delle frasi proposte. Le frasi sono comunque riportate nella tabella, per ovvie necessità in corpo molto piccolo che può disturbare la lettura).

 

TABELLA 3– QUESTIONARIO SECONDA PARTE – Totali delle scelte econfronto femmine/maschi
FREQUENZE E PERCENTUALI

METAFORE COMMENTI ELABORAZONI     FREQUENZE PERCENTUALI    
F 62 M 45 107 F % M % %
Il tango è una creazione a due: un pianoforte suonato a quattro mani che si toccano 37 25 62 59,6 55 57,9
Il dizionario spiega il termine trasgressione come “ deviazione dalle regole di comportamento prevalenti e comunemente accettate “. Ora se si considera il modo di vestirsi e di ballare nelle milonghe, è possibile che gli altri considerino trasgressivo il comportamento dei ballerini che preferiscono lo stile con l’abbraccio 7 10 17
Nel tango si cerca il “momento G “, il momento della massima intesa tra i due ballerini. La perfezione dell’esecuzione si associa ad uno scambio intenso di emozioni (le stesse nello stesso momento ) che elettrizzano a tal punto per cui la coppia percepisce e vive quel momento come unico e irrepetibile. E’ l’acme della “magia” del tango. Dopo ci si sente “appagati” . Questo “piacere” non sempre si realizza, anzi è difficile che accada anche con la stessa persona. Se succede diventa obiettivo da perseguire. 40 27 67 64 60 62,6
In certi momenti e con particolari condizioni dell’ambiente fisico e psicologico, in qualcuno accade che l’emozione individuale si dilati e la milonga diventa un’entità gruppale. Si percepisce che tutte le coppie “sentono all’unisono “. 8 20 28
Il tango è una rappresentazione: la trasformazione che operiamo su noi stessi e che ci trasforma in attori. La trasformazione ( o trasfigurazione? ) inizia nella nostra casa: la scelta di quelle particolari calze, quella gonna; la camicia, le bretelle. Costumi, per rappresentarci. Superata la soglia della milonga/teatro già siamo altri: liberi, finalmente, di zittire le voci interiori che pretendono sempre di farci da guida. E incomincia la Magia. 30 9 39
Il tango è un riverbero condensato della vita e la milonga uno stato emozionale crescente, che nasce nel momento in cui si decide di andare in milonga e culmina nell’istante che precede il primo invito della serata … Le nostre capacità sensoriali sono dilatate all’estremo… acquistano fisicità palpabile anche le ansie da prestazione, i rossori, i tremori, gli sguardi, le complicità, il fremito per un istante più intenso o la delusione per uno mancato. Immergersi in questo “profumo” rende simili ad un bambino pronto a giocare, sapendo che nulla è più serio di un bambino che gioca. 29 38 67 84% 62,6
A volte l’eco del tango che ti porti dentro ti permette di ballare anche senza musica e senza vedere ciò che hai intorno. Esistere fuori del tempo e dello spazio insieme alla musica e alla partner di cui avverti il battito del cuore. 45 18 63 72% 58,8
TOTALI DELLE SCELTE 196 147 343
MEDIE DELLE SCELTE SU 7 OPZIONI 3,1 3,2 3,2

 


 

Commenti e conclusioni

Ringraziamenti

Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla definizione del questionario ( i cui nomi sono in Appendice ) e in particolare chi ha accettato di “svolgere quei compiti” che hanno permesso di rilevare i dati qualitativi della seconda parte del questionario.
Sottolineo la disponibilità di Gianni Bray, di Blu Tango, che ha portato il questionario in Svizzera; di Roberta Coen, insegnante, che lo ha diffuso nella sua scuola di Ancona; di Gino Pastore, di FAItango, che mi ha dato la possibilità di contattare i “testimoni privilegiati”, tra i quali lo considero: testimoni privilegiati in quanto tangueri con i piedi, con la testa e con il cuore. Intendo dire che non sono soltanto ballerini.
Nella tabella 1 sono riportate le frequenze di scelta delle 16 opzioni ( più le 3 aggiunte dagli intervistati ) sia in totale sia nelle due colonne separate delle femmine ( 68 interviste) e dei maschi ( 54).
Il compito ( si veda il questionario – prima parte – ) era di scegliere “ non più di 5 definizioni. Rilevando i totali delle scelte ( F. 328; M.277; totale 605 ) e dividendo per i totali parziali e per il campione si ha sempre una media attorno alle 5 scelte.
La regola d’altra parte era abbastanza elastica ( da 1 a 5 scelte ) proprio perché era prevedibile che su 16 opzioni sarebbe stato difficile sceglierne una sola. Il numero minimo è stato 3 espresso solo da quattro intervistati. Il numero massimo delle scelte è stato 7, espresso da dieci intervistati. 5 scelte erano in realtà il nostro tetto, che è stato soddisfatto dalla media delle scelte. Abbiamo voluto precisare questo aspetto perché ci permette di concludere che gli intervistati si sono attenuti ( tranne qualche eccezione ) alla regola e quindi che hanno collaborato con serietà. E per questo li ringrazio.

Note sulla ricerca 

still taranto 4 copia  Se l’indagine fosse stata seria, se tutti noi, il sottoscritto e quelli che hanno collaborato, fossimo stati pagati da qualcuno che l’avesse commissionata, si sarebbe svolta in pochi mesi, avremmo avuto un campione di tutto rispetto, rappresentativo di più ambienti, milonghe di città a diverse latitudini, avremmo allargato il campione dei principianti.
Ma l’indagine era semiseria e ciò in primo luogo ha dilatato a dismisura la durata della sua realizzazione: tre anni esatti, dai primi incontri ad oggi. Ha pesato sicuramente sulla curiosità di chi ha partecipato: qualcuno se ne era dimenticato, è comprensibile. L’aspetto positivo di una tale durata è che il promotore, ovvero chi scrive, ha superato l’infatuazione della prima ipotesi ( quella della trasgressività), e ciò rende libera questa indagine dal sospetto sempre presente del condizionamento di quell’effetto da aspettativa che subiscono i ricercatori, e che rischia molto spesso di inficiare i risultati.
( Una volta per tutte: mi sono impegnato a non fare citazioni data la semiserietà).
L’ indagine è durata tanto soprattutto perché non è stato facile superare la soglia prestabilita dei cento questionari. Ancora di più recuperarli.
Era previsto che sarebbe stata comunque una ricerca pilota per l’esiguità del campione che avremmo potuto raccogliere. La ricerca pilota è una indagine che possiede una sua validità, accolta dalla metodologia della ricerca in quanto è un primo sondaggio, una prima rapida ed economica verifica di quelle ipotesi teoriche che in seguito, se la ricerca pilota lo suggerisce, devono essere sottoposte più volte a verifica su campioni rappresentativi e significativi, con metodi complessi che permettono il controllo di più variabili e utilizzano test statistici che rendono più attendibili i risultati.
Per una ricerca pilota è sufficiente quello che abbiamo fatto, compresi il calcolo di frequenze e percentuali.
Attenzione! Alcuni risultati sembreranno scontati. State attenti. E’ troppo facile esprimersi così a posteriori, ed è proprio di un atteggiamento di fronte agli eventi del tutto contrario all’approccio scientifico. L’approccio scientifico mira sempre a verificare, a non dare mai nulla per scontato.
La ricerca psicologica si è rivelata spesso utile per confermare intuizioni degli uomini su loro stessi antiche di secoli. La conferma scientifica dà oggettività a quella che era “una credenza”, un “ modo di pensare, “una pseudo certezza” . Si tratta di oggettività e certezza comunque relative alle condizioni in cui si svolge l’indagine, in primo luogo il momento storico. La ricerca psicologica d’altra parte ha invalidato altre “idee”, altri costrutti ipotetici che si davano per scontati e sicuri come per esempio i seguenti: “ sbagliando si impara “, oppure “ l’abito non fa il monaco “, ( e tanti ancora ovviamente ) che si sono rivelati errati.

Il criterio di accettazione del risultato e analisi dei risultati

Non considero il confronto presentato nella tabella 2, tra tangueri “anziani” e principanti. Non si può andare oltre quello che ho già detto. Il commento che segue esamina i risultati presentati nella tabella 1 – prima parte del questionario – e tabella 3 – seconda parte.
E’ corretto stabilire a priori il criterio di accettazione del risultato, soprattutto quando si esclude l’uso in seguito dei test statistici che verificano se il risultato appunto è significativo.
Insomma mi sono detto - prima della somministrazione del questionario - quale dato numerico, quale percentuale di risposta sul totale del campione prenderò in considerazione come significativa del “modo di pensare il tango”, di “percepire il tango” da parte degli intervistati?
Ho così deciso che sarebbe stata indicativa una percentuale di frequenza nelle “scelte dei termini” che sarebbe andata oltre il 66%. Secondariamente avrei esaminato una percentuale di frequenza oltre il 51%. Ovviamente quest’ultimo dato numerico mi avrebbe consentito solo di “chiacchierare”, spaziare un po’ in ogni campo: dagli eventuali limiti della campionatura alla realtà – che bisognava accettare – che i motivi per i quali ci piace il tango sono di ogni tipo, un po’ concentrati sulle scelte che non andavano oltre al 51%. Se questi fossero stati i risultati, l’indagine, per fortuna semiseria, sarebbe stata quasi un flop. Ma state certi che l’avrei comunque presentata e diffusa.
Dalla lettura orizzontale per ogni termine/opzione emergono le frequenze, cioè quante volte quel termine è stato scelto. Dal primo “sfida” scelto da 29 intervistati agli ultimi quattro scelti da un solo intervistato. Da “ emozione “ scelto da 105 intervistati a “teatralità” scelto da 5 intervistati..
L’analisi a questo punto si sposta sui risultati che si leggono sotto la voce Percentuali, là dove si evidenziano soltanto le scelte che hanno superato il criterio di accettazione o che sono al limite oppure che servono per confronti.
“ Emozione “ è al primo posto nelle scelte con una percentuale così alta – 86% – da superare abbondantemente il mio prudente 66%. Percentuale che rimane con scarti insignificanti tra femmine e maschi. Questo risultato è così importante che mi aspetto da un momento all’altro l’invito da parte dell’associazione mondiale dei tangueri a realizzare dietro alto compenso una indagine scientifica del tutto seria…!
Una convinzione sul tango assai condivisa nelle infinite discussioni delle mail list e nei salotti è che il tango sia un gioco di ruoli. Confrontiamo le percentuali. Se è vero che occupa il secondo posto nelle scelte, è vero pure che la percentuale si differenzia tra maschi e femmine. Per i maschi al 74% e per le femmine al 67,6%, cioè il livello minimo posto per l’accettabilità del risultato. Eppure avremmo dato per scontato frequenze assai simili. Come per “emozione”. Questa disparità colpisce, è interessante e viene voglia di scoprire perché le femmine sentono meno il gioco di ruolo. Avvertono che c’è, ma per loro è meno importante. Percepiscono di più il tango come “espressione artistica “.
Al terzo posto delle scelte c’è infatti “espressione artistica”. Al limite minimo posto nel totale delle scelte. Confrontiamo femmine e maschi. Emerge il dato più interessante di questa indagine. Per le femmine è al secondo posto dopo “emozione”, a distanza dal “gioco di ruolo”. I maschi sembrano accorgersi appena che il tango può essere considerato espressione artistica. Le loro scelte non arrivano neppure al quel 51% , posto come criterio minimo di un’eventuale fascia secondaria da considerare con le molle. Altro che scontato: è una sorpresa.

Per la Tabella 3 – come già detto – le risposte date alla seconda parte del Questionario sono ridotte a 107 perché non tutti hanno affrontato l’impegno di leggere. In questa tabella il numero delle scelte per ogni opzione non arriva a quel 66% prestabilito. I totali delle scelte per le frasi 1,3,6,7 – si veda la tabella o il questionario in fondo – si collocano nella fascia tra il 51% e il 62%, che si era deciso di accogliere con riserva,
Se però distinguiamo maschi e femmine, le frasi del punto 7 hanno avuto il 72% di scelte dalla componente femminile; le frasi del punto 6 un ottimo 84% dalla componente maschile.
Analizziamo il contenuto delle sette frasi. Alcune esprimono contenuti completamente diversi tra loro, in altre si nota che le divergenze sono sottili, espressioni differenti di concetti assai simili.
La n. 2 pone l’accento sulla trasgressione; la n. 4 sul tango come rappresentazione, teatralità. Nella n. 1 già c’è un accenno a possibili emozioni: è una metafora che sintetizza espressione artistica ed emozionalità ( le mani che si toccano ). Nelle altre quattro ( 3,4,6,7 ) è presente l’aspetto emozionale in vari modi e misura. Nella n. 4 l’emozione individuale si dilata in emozione collettiva; appare eccessiva, tuttavia coglie ed esprime bene certi momenti magici delle milonghe, rari, ma da alcuni realmente percepiti. La n. 3 fa riferimento ad una metafora del tutto ancorata alla femminilità e al rapporto erotico e si parla di “ scambio intenso di emozioni “; le percentuali di scelte tra le due componenti sono assai vicine ( F. 64%; M. 60%) con uno dei due totali più alto: 62,6% . Infine le frasi n. 6 ( la milonga uno stato emozionale crescente ) e la n. 7 ( esistere…insieme alla musica e alla partner di cui avverti il battito del cuore ) sono frasi in cui si fa riferimento all’emozione sia pure da punti di vista differenti.
Con questo voglio dire che le scelte della seconda parte del questionario sono in linea con quelle della prima parte , sono in un certo senso una conferma proprio perché la maggioranza degli intervistati appuntano l’attenzione sugli aspetti emozionali ( frasi 3, 6 e 7 ) e sulla espressione artistica ( frase 1 ).
Le frequenze non sono significative come nella prima parte ma indicative di una dose di coerenza tra le risposte della prima e della seconda parte del questionario. Questo è un aspetto importante per i risultati di una ricerca.

A mio avviso una ricerca oltre a dare risposte dovrebbe suscitare nuove domande. Una ricerca è stimolante se crea problemi, interrogativi, se apre nuove strade di indagine.
Quei sette punti di scarto tra femmine e maschi sulla definizione del tango come gioco di ruolo ( non pochi per un campione così piccolo ), che molti di noi avrebbero pronosticato al 90% per ciascuna delle due componenti, dovrebbero essere sottoposti a nuova verifica su un campione più rappresentativo e la verifica dovrebbe essere approfondita per individuare gli elementi del gioco di ruolo e le eventuali differenze nel prenderli in considerazione. Per esempio: la donna si pone verso questo aspetto del tango come chi pur consapevole di “un ritorno al passato” ( l’uomo che guida e la dona che segue ), lo accetta con serenità proprio perché è una finzione? Oppure potrebbe essere che alcune, al contrario, desiderano inconsciamente che “tutto ritorni come prima” ? Lo stesso può valere per l’uomo. E dunque in sostanza per alcuni uomini e per alcune donne il tango sarebbe veramente un gioco, per altri, uomini e donne, soddisferebbe un bisogno semplicemente “ accantonato “ dall’evolversi dei ruoli nella società contemporanea. E tutto ciò, se fosse vero, in che misura?
Altro interrogativo è quello che scaturisce dai risultati sul tango come espressione artistica. La differenza qui è notevole. Perché agli uomini sfugge questo aspetto? Il ballo, i balli, di coppia e non, le danze tutte, in ogni epoca e in ogni cultura sono classificati tra le arti. Possibile che si equivochi tra “espressione artistica” e “livello dell’espressione artistica”? L’espressione artistica in una milonga, globalmente parlando, è poco più che zero, ma certamente non per ciascuno dei ballerini: basti notare quelli che imitano i loro maestri, coloro per i quali chi ha esperienza di maestri individua subito chi è o è stato il loro maestro. Comunque sia il questionario chiede se il tango è espressione artistica. E nel questionario in aggiunta alla parola chiave “espressione artistica” ( come per quasi tutti i termini ) si dice in più, semplicemente e chiaramente, “esprimersi con il corpo”, definizione valida per tutte le danze e i balli. Ed è inspiegabile che per il 50% dei maschi non lo sia. Se il questionario non è equivocabile, che cosa ha condizionato la percezione dei maschi che hanno risposto al questionario? Non trovo ipotesi per questo risultato. Se il lettore suggerisce qualcosa…

L’ indagine semiseria è giunta al termine. Chi ha qualcosa da commentare, da aggiungere, da dire scriva a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
E non mi riferisco solo all’ultima percentuale esaminata, ma a tutto questo che avete letto.
In particolare invito le “associazioni di tango argentino”, quelle “vere” che vogliono approfondire e hanno i soldi. Contattatemi. Organizzerò un gruppo di ricerca. Prezzi modici, e l’indagine non sarà più soltanto semiseria, ma del tutto pocoseria.

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Nota 1. Il ballo scandaloso storicamente non era il tango ma tutti i balli di coppia che dall’Europa raggiungevano l’Argentina. Valzer, polka, mazurca... La loro presenza in Argentina risale all’inizio dell’800. La milonga era dello stesso periodo. Il tango appare nella seconda meta’ dell’800 e nasce da una fusione fra i balli già citati. I balli si svolgevano nei migliori teatri, come nei teatri più popolari ed erano un fenomeno di massa. Certa stampa del periodo, fomentata anche dalla chiesa, gridava allo scandalo perché le coppie si abbracciavano. La gente però continuava a ballare non curante dei sermoni. Il tango in seguito ebbe lo stesso trattamento. Nei teatri le orchestre suonavano tutti i ritmi e bisogna arrivare ai primi del Novecento per ascoltare orchestre che suonassero solo tango. Questo a dispetto dei luoghi comuni che vogliono il tango nato nei sobborghi e fra povera gente.


 

APPENDICE – IL METODO E LO STRUMENTO

Attenzione! Lettura vietata a chi trova difficile leggere e prova orrore per la parola scritta.
Si consiglia invece di proseguire a tutti coloro che sono curiosi, che sono interessati alla parte seria di questa indagine, e cioè a come è stata realizzata e a come si è arrivati alla definizione del questionario.
In questa appendice si presentano in modo analitico ed esaustivo tutti i momenti della Prima fase: Definizione dell’obiettivo e di un questionario per l’indagine.
Fase, realizzata con i tangueri leccesi, suddivisa in tre momenti e in un’azione condotta parallelamente:

I. Momento - produzione idee

Formazione di due gruppi. Ciascun gruppo ha prodotto idee sul “perché ci piace il tango”.
Negli incontri del 7 e del 9 marzo 2005 è stato utilizzato il metodo del brainstorming ( cervelli in tempesta: metodo che si utilizza nei gruppi eterogenei per produrre idee in quantità ).
Si compone di due tempi.
Nel primo tempo si devono rispettare le seguenti REGOLE:
- si esprimono SOLTANTO una o due parole
- SI ACCETTA TUTTO CIÒ CHE VIENE DETTO senza discutere ( anche concetti ripetuti o che non sono attinenti al tema ).
Nel secondo tempo si procede a raggruppare i concetti dando la possibilità al “ proprietario “ del concetto di spiegarlo ( o lasciare che altri lo interpretino ) per poi decidere in quale raggruppamento inserirlo.
A questo punto il metodo termina. Il materiale prodotto viene utilizzato a seconda degli scopi. Se si vuole approfondire si lavora ancora per trasformare i raggruppamenti in vere e proprie categorie.

Resoconto inviato in data 14.03.05 da Maurizio Mazzotta ai partecipanti del momento 1
( i due gruppi del brainstorming )


Risultato dell’incontro del 7.03.05 ore 21 ( primo gruppo: 12 persone )

Gruppo ( in ordine prossemico, da destra del conduttore ): Maria Rosaria Savoia, Anna e Marcello Panico, Anna Maria Quinto, Ornella Di Mitri, Chiara Del Prete, Pino Belgioioso, Anna Ciaccia, Tiziana Mancarella, Stefania Quarta, Giuseppe Gigante.
Conduce Maurizio

Nel primo tempo del Brainstorming sono stati espressi n. 58 concetti:

mi piace ballare – confrontarsi – sentimentale – emozione – per acchiappare “ mujeres “ - esploratore – malinconia – fragilità – eleganza – trasporto e abbandono - contatto/amplesso – passione – intesa immediata - riscoperta - conoscenza – mettersi alla prova - uscire fuori da sé – “ ludità “– timore - silenzio – dialogo – magia - verginità – conoscenza non verbale – generosità - rispetto - fiducia – sociale - abbandono – abbraccio – forza – trasgressività – forza/morbidezza – ruolo – sentire/ascoltare – percezione – complicità – occhi chiusi – odore – puzze - buio – rosso – umido – insicurezza - coraggio – mettersi in gioco - corpo – tette culi “panze “ – gusto – gambe - “ bonito “– ricerca - bellezza – tenerezza - sesso – romanticismo – energia - momento G

Nel secondo tempo i concetti espressi sono stati così raggruppati ( alcuni concetti sono stati inseriti in più raggruppamenti ):
primo raggruppamento:
confrontarsi – emozione – fragilità – contatto/amplesso – mettersi alla prova – ruolo – trasgressività – generosità – corpo – coraggio – mettersi in gioco- “ momento” G
secondo raggruppamento:
sentimentale – emozione – malinconia – trasporto/abbandono – romanticismo – passione – sociale – rispetto – magia – “ momento” G
terzo raggruppamento:
umido – tette culi “ panze “ – gambe - occhi chiusi – odore – puzze
quarto raggruppamento:
dialogo – sentire/ascoltare

I primi 4 raggruppamenti sono stati operati dal gruppo sulla base di discussioni.
Sui concetti che seguono si è discusso ma non si è giunti a definire dei raggruppamenti: silenzio - buio – esploratore - forza/morbidezza – energia - percezione sintonica della milonga.
Inoltre sono rimasti fuori dai raggruppamenti perché ritenuti ridondanti o perché associazioni senza senso, e/o per sopraggiunta stanchezza e saturazione, questi altri concetti: timore e insicurezza, ( cfr fragilità del primo raggruppamento ) - intesa immediata, tenerezza, sesso, uscire fuori da sé, complicità, abbandono, abbraccio, fiducia, conoscenza non verbale,“ ludità “ (cfr. primo e secondo raggruppamento) - rosso - eleganza - mi piace ballare – per acchiappare mujeres. 
Verginità: è la risposta del maestro Gavito alla domanda posta da chi scrive: esiste una caratteristica di personalità che accomuna la gran parte dei tangueri? Per spiegare il termine “ verginità “, Gavito ha parlato di istinto, immediatezza, “ignoranza” ( ma si riferiva ai tangueri argentini dei primi decenni del Novecento…n.d.r.)

Risultato dell’incontro del 9.03.05 ore 21 ( secondo gruppo:16 persone)

Gruppo ( in ordine prossemico, da destra del conduttore ): Bianca Primiceri, Roberta Fersino, Maura Caricato, Caterina Savoia, Rocco Lolli, Luciano Aiuto, Anna Maria Quinto ( già presente nel primo gruppo, nominata ipso facto osservatrice e segretaria ), Leonardo Nicolì, Maria Voli, Marcella Ullo, Giovanna Scotti, Gianni Bray, Walter Voli, Fiorella Bray, Giuseppe Marella, Riccardina La Barbera, Ugo Primiceri, Maria Rosaria Savoia.
Conduce Maurizio

Nel primo tempo del Brainstorming sono stati espressi n. 63 concetti:

Comunicare – confrontarsi – ricercare – contatto fisico – libertà di movimento – profumo – empatia – passione – sperdimento – trasporto – fantasia – vicinanza – rappresentazione ( teatro ) – sensualità – appagato – esibizione – sentimento – amore – gioco – corteggiamento – complicità – trasgressività – confrontarsi – sfida – capacità - sfiga – fortuna - - il piacere – superiorità – brivido – “ piacioni “ ( romanesco: piacere di mostrarsi ) – tranquillità – eccitazione – arroganza – sensualità – “ desencuentro “ ( incontro mancato ) – musica – lusinga – sesso - competizione – illusione - - sogno – olfatto – sospensione - tatto - tette - culi – trasporto – sudore - pretesa – scopo - illusione – timidezza – odore – affinità - feticismo – superiorità – simpatia – sicurezza – seduzione - antipatia – scelta - accoglienza

Nel secondo tempo i concetti espressi sono stati così raggruppati ( alcuni concetti sono stati inseriti in più raggruppamenti ):
primo raggruppamento:
comunicare – confrontarsi – sentimento - complicità – timidezza – capacità – fortuna – “ desencuentro “ – musica – competizione – affinità – simpatia – antipatia - 
secondo raggruppamento
ricercare - sfida
terzo raggruppamento
contatto fisico – empatia – sperdimento – rappresentazione – sensualità – appagato/appagamento – accoglienza – gioco – corteggiamento – illusione – sesso – lusinga – eccitazione – tranquillità – brivido – trasgressività – sogno – olfatto – sospensione - tatto – tette – sudore – pretesa –feticismo - trasporto – passione – amore
quarto raggruppamento
libertà di movimento – fantasia – sogno - 
quinto raggruppamento
profumo 
sesto raggruppamento
superiorità – “piacioni”- arroganza

Tutti i raggruppamenti sono stati operati dal gruppo sulla base di discussioni.
I concetti espressi che non appaiono nei raggruppamenti sono stati eliminati dal gruppo stesso perché ritenuti ridondanti o perché associazioni senza senso.

 

 

II. Momento - Dai raggruppamenti alla classificazione in categorie con termini guida  veja2

Graduatoria: Classificazione in base alle frequenze espresse nei brainstorming . Il numero indica la frequenza.
Il primo termine in neretto è il termine guida, cioè il termine che esprime e comprende gli altri che seguono; i termini che seguono sono inseriti per raccogliere tutte le sfumature di significato.

n. 21 - Contatto fisico: conoscenza non verbale, vicinanza, rapporti effimeri/forti, corpo, abbraccio, tatto, tette culi “ panze “, olfatto, sudore, umido, amplesso, sesso.

n. 8 - Illusione: pretesa, lusinga, sogno, magia, fantasia, incontro mancato.

n. 8 - Emozione: passione, sentimento, tenerezza, godimento/sofferenza.

n. 8 - Competizione ( con gli altri ): confronto, ansia, arroganza, superiorità

n. 7 - Gioco di ruolo: uomo/donna, corteggiamento, seduzione.

n. 6 - Trasporto: abbandono, “sperdimento”, uscire fuori da sé.

n. 6 - Complicità: intesa immediata, empatia, affinità.

n. 5 - Sfida ( con se stessi ): mettersi alla prova, mettersi in gioco, capacità, coraggio.

n. 5 - Teatralità: rappresentazione, esibizione, feticismo, piacersi.

n. 5 - Energia: forza, gagliardia, morbidezza, forza/morbidezza.

n. 3 - Eccitazione: brivido, sensualità.

n. 2 - Accoglienza: generosità.

Questo lavoro ha dato come risultato la prima parte del questionario.


III. Momento - Dati qualitativi per la seconda parte del questionario

Nella mail inviato in data 14.03.05 ai partecipanti il conduttore aveva individuato altri compiti per chi volesse continuare a collaborare

Compiti per chi vuole ancora collaborare

A. Innanzitutto è necessario che alcuni termini, espressi nel brainstorming, che “ il proprietario dell’idea “ ha chiarito nel proprio gruppo, siano esplicitati in modo che siano resi comprensibili anche per l’altro gruppo. Naturalmente è necessario dire anche perché sono stati inseriti: insomma così come abbiamo fatto negli incontri. Ci riferiamo in particolare ai seguenti termini ( e ai loro “ proprietari “):
a. del primo gruppo: per acchiappare “ mujeres “ - rosso – umido - “ bonito “ - ricerca - energia - percezione - momento g - trasgressività;
b. del secondo gruppo: rappresentazione - “ desencuentro “- empatia - pretesa - feticismo - profumo.
B. Tutti coloro che sono in grado di operare confronti tra l’ambiente delle milonghe e quello delle sale dove si ballano il liscio e/o i sudamericani, sono pregati di inviare alcune brevi note. Chi ha vissuto l’iniziazione al tango ( ricordo che parliamo sempre del tango delle milonghe e dello “ stile in cui ci si abbraccia” ) come conflitto, come timore e desiderio di superare certi schemi, infrangere barriere, sperimentare, è invitato a riferire la sua esperienza. Infine chi vuole può esprimere una frase, una metafora che riassuma il suo vissuto, la percezione che ha della milonga o qualunque altra cosa che si riferisca al tango.

Questo lavoro ha dato come risultato la seconda parte del questionario.

Risposte agli inviti per il III. Momento
A. Spiegazione di alcuni concettiMomento G: ( Marirò ) 
E’ il momento della massima intesa tra i due ballerini. La perfezione dell’esecuzione si associa ad uno scambio intenso di emozioni ( le stesse nello stesso momento ) che elettrizzano a tal punto che la coppia percepisce e vive il momento come unico e irrepetibile. E’ l’acme della “magia” del tango. Dopo ci si sente “ appagati” . Questo “ piacere” non sempre si realizza, anzi è difficile che accada anche con la stessa persona. Se succede diventa l’obiettivo da perseguire.Trasgressività: ( Maumaz )
Il dizionario spiega il termine trasgressione come “ deviazione dalle regole di comportamento prevalenti e comunemente accettate “ ( Zingarelli ). Oppure: “ deliberata infrazione di una norma…” ( Devoto Oli ). Ora la domanda è semplice: ci piace essere considerati trasgressivi?Rappresentazione: ( Fiorella ) 
Secondo me ballare il tango è una rappresentazione, la trasformazione che operiamo su noi stessi e che ci trasforma in attori. 
La trasformazione (trasfigurazione?) inizia nella nostra casa: la scelta di quelle particolari calze, quella gonna….proprio quella e non altra…la camicia, le bretelle. Costumi, per rappresentasi .La sacca con le scarpe di scena e…. SI VA’.
Superata la soglia della milonga/teatro già siamo altri ; incomincia la Magia, l’Illusione del Sogno. L’atmosfera, la musica, gli altri attori/spettatori ci aiutano a rompere gli argini che ci incanalano nella quotidianità .Finalmente siamo liberi .Liberi di iniziare un Gioco (LUDITA’?)
Liberi di esprimerci con il linguaggio del corpo , fatto di sacade, di ocho, pause piene di dolcezza, e le battute sono fatte di emozioni . 
Liberi, finalmente, di TRASGREDIRE,( nel senso indicato dallo Zingarelli) di zittire le voci interiori che pretendono di farci da guida. Sei altro ; sei biondo sei moro ,sei alto sei minuto sei disinibito sei timido sei “piacione”, sei finalmente quello che vuoi e non ha importanza quello che vedono gli altri. Sei in una bolla di sapone lieve, trasparente, vedi e sei visto ,sospeso in uno spazio-tempo indefinito che appartiene a te e al cavaliere/dama.
Questo ballo raccolto ,introverso, intimo, è fatto solo di un attore e di un’attrice. Sono due ma è come se fossero uno, e per tre minuti recitano la vita abbracciati.
Fuori dalla milonga/teatro ritorniamo avvocati, insegnanti, architetti … .Profumo: ( Giuseppe) 
Per “profumo” intendo uno stato emozionale crescente, che nasce nel momento in cui si decide di andare in milonga, culmina nell’istante che precede il primo invito della serata –sudorazione abbondante mani fredde e assenza di salivazione- e decresce molto, molto lentamente nelle ore successive. Uno stato emozionale che come ti ho sottolineato non è per nulla metaforico, anzi al contrario è il massimo della matericità poiché necessita che le nostre capacità sensoriali siano dilatate all’estremo, è altro che nel quotidiano scompare, ovvero la presenza –non il ricordo, attenzione- di ciò che è stato vissuto nelle milonghe passate. Non solo gli odori, il sudore, i contatti, la musica, quindi, ma acquistano fisicità palpabile anche le ansie da prestazione, i rossori, i tremori, gli sguardi, le complicità, il fremito per un istante più intenso o la delusione per uno mancato, le lacrime che giungono dai più sensibili. Tutto è presente e vivo, tutto nel suo multiforme manifestarsi, e che rende il tango –chi vuol esser lieto sia- un riverbero condensato della vita. Uno specchio della vita, e, come ha aggiunto Carlos Gavito, i cui occhi erano vere scudisciate di vita, inevitabilmente anche della morte.
Immergersi in questo “profumo” rende simili di spirito ad un bambino pronto a giocare, sapendo, come tu sai, che nulla è più serio di un bambino che gioca. Si gioca con la retorica galante degli inviti e dei complimenti, con l’offerta feticista dei piedi scalzi al momento del cambio scarpe, si gioca con gli sguardi, con i contatti epidermici che, finalizzati o meno, ci regalano tutto il brivido della trasgressività. Un gioco è in fondo anche la ricerca di una sintonia con una compagna, di una “empatia” come ha detto una tua deliziosa ospite, ovvero di un’ unione dal respiro solo musicale che, una volta giunta, vorremmo dilatare all’infinito.Buio e silenzio: ( Anna, Marcello, Marirò e Maumaz )
L’eco del tango che ti porti dentro ti permette di ballare anche senza musica ( in questo senso silenzio ) e senza vedere ciò che hai intorno ( in questo senso buio ). Esistere fuori del tempo e dello spazio insieme alla musica e alla partner di cui avverti il battito del cuore.Percezione sintonica della milonga : ( Anna, Marcello, Marirò )
In particolari momenti, e in qualcuno, accade che l’emozione individuale si dilata e la milonga diventa un’entità gruppale. Ogni coppia viene avvertita come in sintonia con le altre. In certi momenti e con particolari condizioni dell’ambiente fisico e psicologico si percepisce che tutte le coppie “sentono all’unisono “B. Confronti altri balli – Iniziazione al tangoTra i 28 partecipanti dei due gruppi 12 provengono dal liscio e dai sudamericani. Abbiamo ricevuto note e appunti di esperienze. Sono posti in risalto alcuni aspetti che elenchiamo.
- Innanzitutto si distingue il liscio dai balli caraibici e sudamericani e si sottolinea che questi sono molto più vicini al tango argentino di quanto lo siano il valzer, il fox e la mazurca, dove per certi aspetti il tango argentino è confluito acquisendo caratteristiche del tutto diverse nel trasformarsi nel tango standard. Ciò che viene rimarcato è che nel tango argentino come nei caribici e nei sudamericani l’osservatore avverte nella coppia un contatto forte che esprime calore e vitalità.
- Nel tango argentino è evidente che si simula una relazione e ciò lo rende più “stuzzicante”, “giocoso”. Come se si volesse per gioco e per pochi minuti ripristinare l’ormai superata relazione di ruoli, forti e deboli: il maschio conduce, la femmina lo segue.
- Frequentare le milonghe e cambiare partner soddisfa un’altra esigenza: quella della sfida con se stessi. “Sarò in grado di guidare e nello stesso tempo seguire la musica ed emozionare? “. “Sarò in grado di comprendere i messaggi del corpo, eseguire i passi che lui vuole e nello stesso tempo lasciarmi andare alle emozioni della musica?”Sull’iniziazione al tango alcune vere e proprie lettere /confessioni di tanguere sono state così analitiche nel presentare le loro percezioni da richiamare uno dei fattori che hanno mosso questa indagine, cioè la trasgressività. Le prime milonghe hanno creato sconcerto, gelosie, repulsione. “ Essere così a contatto con uno sconosciuto…”; “… e mio marito col naso tra i capelli di quella donna…le sensazioni che prova?”. “ La prima tanda ero distaccata e preoccupata dei passi. Con la seconda mi sono trovata tra le braccia di un uomo sudato… è stato insopportabile…Ma come potevo? Piantarlo in asso? Ora è più forte la voglia di ballare”
Questi più o meno contenuti e toni anche di colloqui avuti separatamente e fuori dal contesto dell’indagine vera e propria ma sempre con tanguere che hanno partecipato agli incontri e ne conoscevano gli scopi.
Sull’iniziazione dei tangueri il loro vissuto non presenta analoghe tracce nella memoria. Affiora tuttavia qualche osservazione interessante. Alcuni di loro, pochissimi, hanno “sofferto” di gelosia e continuano a soffrire: non “ mollano” la propria compagna ancora dopo due/tre anni di milonga. Si può concludere ( ricordo che l’indagine è semiseria!) che le compagne inizialmente più gelose finiscono per superare la gelosia, mentre i maschi che la provano sin dall’inizio hanno difficoltà a superarla. Questa conclusione non è poi tanto peregrina se la riconduciamo alla personalità del maschio la cui gelosia esprime maggiormente il bisogno di possesso.

 

IV. Azione condotta parallelamente – Testimoni privilegati

Per mezzo della collaborazione di FAItango ho contattato alcune persone appassionate di tango non solo come ballerini, frequentatori di milonghe da qualche decennio, ma anche come studiosi, lettori e scrittori, che oltretutto si recano sistematicamente in Argentina e sono in grado di operare confronti tra i comportamenti di chi ha dato origine al tango con quelli che ne sono i continuatori in Europa.
Gino Pastore, che ha procurato i contatti, Mario Cambiaghi, Fernando Eidis, Miguel Angel Garcia, Aldo Vignazia sono i testimoni privilegiati.
Oltre a confermare concetti espressi dai due gruppi, hanno dato nuovi stimoli con lunghe liste di termini, con analisi approfondite delle loro esperienze. Come risultato alcuni concetti nuovi sono stati inseriti nella prima e nella seconda parte del questionario e hanno avuto alte frequenze nelle risposte da parte di chi ha compilato il questionario.

                                      Sintesi delle idee espresse dai testimoni privilegiati
Regressione - dare e ricevere piacere - espressione artistica - creazione a due - pianoforte a quattro mani che si toccano - gioco, seduzione - consolazione - terapia - amore -ansia -complicità - comunicazione - conoscenze personali - emozioni - esibizionismo - gagliardia - godimento/sofferenza - necessità di esprimersi con il corpo - relazioni sociali - rapporti effimeri (forti) - rapporto uomo/donna - seduzione - sensazioni offerte da musica - sentimenti - sentire/abracciare l’altro - vita - morte.
( in neretto i termini nuovi inseriti nel questionario che hanno avuto adesione )

 

 


 

CONCLUSIONE DELLA PRIMA FASE - IL QUESTIONARIO

IL FASCINO DEL TANGO  mordemelaorejaizquierda

QUESTIONARIO


Premessa e invito a partecipare

Frequentiamo le milonghe, ci osserviamo e ci autosserviamo, cerchiamo di capire perché ci piace il tango. Quale sia il fascino di questo ballo, che ha più di un tratto che lo distingue dagli altri balli. Forse conoscendo ciò che ci attrae di più, e quindi ciò che ci accomuna, conosceremo noi stessi e individueremo probabilmente la personalità dell’appassionato frequentatore di milonghe.
Questi i motivi che mi spingono, con un approccio improntato all’ironia e al gioco “serio”, a intraprendere questa indagine.
Ti chiedo pochi minuti del tuo tempo, tra un ballo e l’altro, per rispondere al presente questionario.
Grazie. Maurizio Mazzotta

Presentazione del Questionario

Il questionario è composto di due parti:
- Prima parte. Un elenco di semplici termini intitolato Il tango è…
- Seconda parte. Un elenco di concetti più articolati e complessi


PRIMA PARTE - IL TANGO È…

E’ un elenco di termini che vorrebbero definire il tango.
E’ necessario, per l’indagine, che tu scelga da 1 a 5 definizioni mettendo una crocetta sul quadratino corrispondente.
PER QUESTO PRIMA DI SCRIVERE LEGGI TUTTA QUESTA PRIMA PARTE, POI SCEGLI NON PIÙ DI 5 DEFINIZIONI.
Il primo termine in neretto è il termine guida, cioè il termine che esprime e comprende gli altri che seguono, quando si è ritenuto necessario inserirli. I termini che seguono sono stati a volte inseriti per raccogliere ALCUNE sfumature di significato.

Il tango è…..

1. Sfida ( con se stessi ): mettersi alla prova, mettersi in gioco, capacità, coraggio

2. Competizione ( con gli altri ): confronto, ansia, arroganza, superiorità

3. Gioco di ruolo: uomo/donna, corteggiamento, seduzione

4. Eccitazione: brivido, sensualità

5. Accoglienza: generosità

6. Espressione artistica: esprimersi con il corpo

7. Contatto fisico: conoscenza non verbale, vicinanza, rapporti effimeri/forti, corpo, abbraccio, tatto, olfatto, sudore, una sorta di amplesso

8. Illusione: pretesa, lusinga, sogno, magia, fantasia, incontro mancato

9. Emozione: passione, sentimento, tenerezza, godimento/sofferenza

10. Trasporto: abbandono, “sperdimento”, uscire fuori da sé

11. Complicità: intesa immediata, empatia, affinità

12. Terapia

13. Teatralità: rappresentazione, esibizione, feticismo

14. Energia: forza, gagliardia, morbidezza, forza/morbidezza

15. Trasgressività

16. Consolazione


SECONDA PARTEMETAFORE, CONCETTI, SPIEGAZIONI DI STATI D’ANIMO

Questo che segue è un elenco di concetti articolati e complessi che si riferiscono al tango o alla milonga, come luogo di incontro.
A volte sono metafore oppure semplici affermazioni.
A volte spiegazioni di stati d’animo, o di particolari sensazioni stimolate dalle milonghe.
Se condividi ciò che leggi, segna un crocetta a fianco nel quadratino corrispondente.
QUI PUOI SCEGLIERE LIBERAMENTE UNO, NESSUNO, ALCUNI O TUTTI E SETTE I CONCETTI ESPRESSI.

  1. Il tango è una creazione a due … un pianoforte suonato a quattro mani che si toccano.
  2. Il dizionario spiega il termine trasgressione come “ deviazione dalle regole di comportamento prevalenti e comunemente accettate “. Ora se si considera il modo di vestirsi e di ballare nelle milonghe, è possibile che gli altri considerino trasgressivo il comportamento dei ballerini che preferiscono lo stile con l’abbraccio.
  3. Nel tango si cerca il “momento G “, il momento della massima intesa tra i due ballerini. La perfezione dell’esecuzione si associa ad uno scambio intenso di emozioni (le stesse nello stesso momento ) che elettrizzano a tal punto per cui la coppia percepisce e vive quel momento come unico e irrepetibile. E’ l’acme della “magia” del tango. Dopo ci si sente “appagati” . Questo “piacere” non sempre si realizza, anzi è difficile che accada anche con la stessa persona. Se succede diventa obiettivo da perseguire.
  4. In certi momenti e con particolari condizioni dell’ambiente fisico e psicologico, in qualcuno accade che l’emozione individuale si dilati e la milonga diventa un’entità gruppale. Si percepisce che tutte le coppie “sentono all’unisono “.
  5. Il tango è una rappresentazione: la trasformazione che operiamo su noi stessi e che ci trasforma in attori. La trasformazione ( o trasfigurazione? ) inizia nella nostra casa: la scelta di quelle particolari calze, quella gonna…. la camicia, le bretelle. Costumi, per rappresentarci. Superata la soglia della milonga/teatro già siamo altri: liberi, finalmente, di zittire le voci interiori che pretendono sempre di farci da guida. E incomincia la Magia.
  6. Il tango è un riverbero condensato della vita e la milonga uno stato emozionale crescente, che nasce nel momento in cui si decide di andare in milonga e culmina nell’istante che precede il primo invito della serata … Le nostre capacità sensoriali sono dilatate all’estremo… acquistano fisicità palpabile anche le ansie da prestazione, i rossori, i tremori, gli sguardi, le complicità, il fremito per un istante più intenso o la delusione per uno mancato. Immergersi in questo “profumo” rende simili ad un bambino pronto a giocare, sapendo che nulla è più serio di un bambino che gioca.
  7. A volte l’eco del tango che ti porti dentro ti permette di ballare anche senza musica ( in questo senso silenzio ) e senza vedere ciò che hai intorno ( in questo senso buio ). Esistere fuori del tempo e dello spazio insieme alla musica e alla partner di cui avverti il battito del cuore.

 

 

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