Giò, il rosso e il Monaco Dottore

Incontro al tribunale della Sacra Rota
 
soggetto e sceneggiatura di Maurizio Mazzotta

Maurizio
    

Personaggi: Giò il Rosso, il Monaco Dottore, monaco accompagnatore, monaco segretario
Apparizioni: monacosimilsanFrancesco
Vicariato. Tarda mattina di primavera
Alternanza di Campi Lunghi ( CL ), Totali ( CT ), Figure Intere ( FI), Primi Piani (PP), Dettagli ( DET)
Solo dialoghi e rumori d’ambiente

Scena I. - Interno-esterno.

Porticati interni e corridoi che si affacciano in un cortile con altri portici a piano terra e giardini. Da una finestra enorme fugace apparizione della statua di S. Francesco nella piazza con la Basilica di S. Giovanni in Laterano.
Netto contrasto di luci e ombre. Distorsione percettiva delle profondità e delle altezze. I corridoi sono larghissimi e si restringono a cuneo, in fondo, allo stesso modo delle autostrade quando si procede ad altissima velocità.
Questa percezione contrasta con il procedere al rallentatore sia dei protagonisti che delle apparizioni "fugaci".
Giò, il Rosso, indossa un paio di jeans estivi celesti, mocassini di cuoio chiaro, giacca avana di cotone, camicia a fiorellini celesti su fondo nocciola, cravatta azzurra con petali di fiori colorati delicatamente di giallo e di marrone, i ray-ban per via della luce bianca e violenta, che attraversa a tratti il porticato. Ha in mano un libro.

CL - Il Rosso segue un monaco tutto nero: il saio e anche la testa, vista da dietro, rallegrata da foltissimi riccioli scuri.
Vanno lungo corridoi con svolte ad angolo retto, per scale interminabili, altri corridoi più stretti. Salgono in cima alla Chiesa e alla sue Istituzioni, più sopra di Santo Francesco.
PP - Giò per un attimo fermo a una finestra.
CT - La piazza e la statua del santo, ormai minuscolo, troppo, che pare si alzi in volo.
CL - La statua e la finestra sono superate ma in un corridoio laterale Giò vede proprio lui, il Santo, svoltare dietro un angolo e svanire: senz’altro un frate, scalzo e marrone.
PP – di Giò. Questa è l’unica apparizione, purtroppo!
CL - I corridoi e le scale sono sempre più stretti. Adesso la scala è ripida e così stretta che devono procedere rigorosamente in fila. Fino a una porticina.
PP – del monaco accompagnatore che bussa con eccessiva discrezione. Viene da pensare se chi sta dentro può aver udito quel tocco leggero.
FI - Invece immediatamente la porta viene aperta da qualcuno che sembra sia stato là dietro appostato. E' aperta all'interno con una rapidità che contrasta con il movimento cui protagonisti e spettatori si sono abituati. Sulla soglia un monaco bianco e marrone.
Visto dal Rosso, qualche gradino sotto, il nuovo monaco campeggia nel vano, ma senza imporsi. La sua figura è attraversata dalla luce.
PIANO SEQUENZA – di Giò. Il monaco accompagnatore che si fa da parte per lasciar passare Giò, e che diventa un affresco sulla parete della scala, mentre Giò va incontro, superando gli ultimi gradini, al viso radioso e dolcissimo del monaco bianco e marrone che lo invita a entrare.


Scena II. - Interno. Molta luce

Campo lungo. Macchina da ripresa ( MdR ) a terra in angolo: risulta un’ inquadratura simil espressionismo tedesco alla Fritz Lang

Si tratta di uno studio, pareti di legno massiccio foderato di libri. Lungo, rettangolare, volta bassa, archi gotici alle finestre. In fondo contro il lato corto una scrivania quasi altrettanto larga. Di spalle, seduto alla scrivania Giò il Rosso.

CARRELLO IN AVANTI. La MdR si alza lentamente
Si scopre a poco a poco un altro personaggio, seduto dall'altra parte della scrivania, di fronte a Giò, prima coperto appunto da Giò: è il Monaco Dottore. Giò è inquadrato sempre di spalle, ma viene decentrato dal movimento della MdR che avanza fino a inquadrare parte della scrivania - il cui piano è sepolto da carte e libri giganteschi - e il busto e il volto del Monaco Dottore della Chiesa, titolare dell'ufficio. La MdR avanza fino a...
PP del Monaco Dottore.
La sua figura è assimilabile a una raffigurazione pittorica, senza profondità, dalle linee essenziali, ricca però di colori sfumati. Un volto tondo con una cornice di capelli castano-chiari ben ordinati, occhi nocciola che esprimono severità con dolcezza. Incarnato molto chiaro. La testa potrebbe essere un cerchio poggiato sulla sommità di un triangolo. Il triangolo è il saio marrone con sfumature di luce che in certi punti lo sbiancano. Il saio parte direttamente dal collo come un tetto spiovente a formare le maniche sicché il monaco pare senza spalle: una figura ieratica ritagliata da una pala d'altare. La sedia ha una spalliera assai più alta della figura del monaco che risulta come fosse un dipinto su legno.
Un leggero tossire. Non è il monaco inquadrato
PANORAMICA RAPIDA da DX a SX dal P. di Vista di Giò.
Come se il Rosso si ricordasse improvvisamente di un'altra presenza, che richiama la sua atten-zione con leggeri colpi di tosse. La MdR sfiora pile di carte e scopre, sul lato stretto, il monaco che lo ha invitato ad entrare. Addossato all'altra parete, attende di scrivere con la penna sollevata.
Monaco Dottore: - Lei su cosa vuol giurare? Questo lo togliamo, non mi sembra sia il caso.
DET della mano del Monaco Dottore che solleva un libretto proprio sotto il naso di Giò. Sulla copertina del libretto si legge VANGELO. Il libro viene accantonato.
Movimento della MdR che si apposta su uno dei lati corti della scrivania, leggermente in alto, sicché l'inquadratura rivela tutta la lunghezza del tavolo. Al centro, uno dirimpetto all'altro, il Monaco Dottore e Giò il Rosso, in fondo il monaco segretario.
Giò: - Credo sia il caso di giurare sul mio pene.-
Il Monaco Dottore sfoglia professionalmente l'incartamento che ha davanti:
- Bene! Giuri pure sul suo membro. Credo di aver capito però, dalle testimonianze, peraltro discrete, che per quanto la riguarda la sua asta l'avrebbe tradita. E dunque mi e le chiedo, è affidabile?
Giò: - Certamente, signor Monaco Dottore. Vede proprio essa, la verga, mi ha salvato. Ecco il documento di Bernardo Noce.
PP di Giò che si rivolge al monaco segretario
Giò: - Scriva, la prego. E' molto importante.-
PP del monaco segretario che spalanca gli occhi e poi guarda il Monaco Dottore.
La MdR torna al posto di osservazione. Il Monaco Dottore si solleva un tantino e si accosta per vedere il libro che Giò il Rosso esibisce.
Il Rosso: - In questa pagina, l'ultima della Storia del Mondo del Noce, grande filosofo ! abbiamo vergato, termine quanto mai adatto, di nostro pugno, la mia exmoglie ed io, alcune frasi, che ritengo opportuno leggere. Ascolti. " Io, segue nome e cognome di lei, nutro indifferenza verso il qui presente Giò il Rosso", poi "io Giò il Rosso sono a questo punto impotente e non posso scopare con la qui presente moglie. Pertanto noi sottoscritti marito e moglie decidiamo di separarci", data e firma di tutti e dueâ€. Prego, osservi.
PP del Monaco Dottore. Egli osserva attentamente la pagina del libro. Poi lo sfoglia assorto. Monaco Dottore: - Non c'è dubbio… questo filosofo è degno di fede.
CT - La scrivania con tutti i suoi personaggi.
Monaco Dottore: - Questa testimonianza fa saltare l'impostazione della difesa. Qui ( indica l'incartamento in suo possesso ) si parla, si afferma, citando altri testimoni, che ho già interrogato, che lei è ateo e che il motivo per cui è richiesto l'annullamento da parte della signora è il suo professarsi senza dio ( fa un gesto con la mano a prevenire Giò ), non dico senza religione. Lei ha una sua religione. Crede in qualcosa, lo ha dimostrato.-
Il Rosso: - Ho una fede, che come tutte le fedi, lei sa, a volte vacilla. Credo nell'uomo. Credo nelle possibilità dell'uomo di realizzare veramente alcuni valori che persegue da sempre. La differenza tra me e lei credo sia questa, io spero che l'uomo faccia da sé, lei che senta il bisogno dell'aiuto del suo eventuale creatore. Discuto più o meno di queste cose con giovani operai, allievi di una scuola professionale. Alcuni di loro vengono a casa. Ci riuniamo per discutere. Il dibattito nella sinistra è assai vivo di questi tempi. Sono giovani apprendisti operai specializzati, coi quali ho un feeling intellettuale, vengono da me una volta alla settimana. Ma stia a vedere...

Scena III. Interno. Giorno.

L'appartamento del Rosso. Sonoro : musica in sottofondo (Elvis Presley e i suoi rock ).

CT- Giò e sette giovani di diciotto-venti anni. Sono seduti per terra e sul divano. Gesti, posture e mimiche di attenzione.
PP di un giovane. Ha gli occhiali, lo sguardo un po' freddo, sembra uno studente di filosofia.
Si chiama Riccardo.
Riccardo: - Ma in questo modo gli schemi di riferimento si indeboliscono e chi guiderà le masse? Occorre un’ ideologia senza cedimenti, senza smagliature. Bisogna credere con fermezza per poter trascinare.
P. AMERICANO di Giò che si è alzato.
Giò: - La mia preoccupazione è che l'uomo sia e rimanga libero nel cervello e nel cuore. Uno schema di riferimento rigido produce l'integralismo, il rifiuto di altri gruppi, pone valori come assoluti. Tutto ciò non fa crescere l'individuo e alla lunga una società siffatta invecchia, si scle-rotizza, si svuota persino di significato. Quei valori assoluti diventano parole senza senso.
La linfa di una ideologia è data, sembra un paradosso, dalla capacità di chi vi crede, di porla continuamente in discussione. Bene! Propongo un gioco. Potremmo intitolarlo "alla scoperta delle ragioni dell'altro". L'altro non lo designeremo mai con parole come "fascista, antidemocratico..." ma semplicemente "l'altro".-

Scena IV. Lo studio del Monaco Dottore

PP del monaco segretario che esprime meraviglia.
PP di Giò che guarda il Monaco Dottore.
Giò: - Ritengo utile presentare quello che faccio, in modo che lei abbia di me una visione a tutto tondo. Sono un educatore, come ha visto. E forse lo sono proprio perché credo nell' uomo. Credendo nell'uomo è naturale che io creda anche nel membro e nella vagina. Monaco Dottore ( si sforza di capire ): - Non capisco.
Giò: - Mi spiego meglio. Quando ho giurato sulla mia mentula, lei ha precisato che da indiscrezioni, al di là della ufficialità della causa in corso tra me e la mia exmoglie, è venuto a conoscenza che la verga mi avrebbe tradito e si chiedeva giustamente come potessi ancora avere fede nell'asta.
PP del Monaco Dottore che annuisce.
PP - Giò: - A questo punto io le ho mostrato il documento. Dove si dimostra proprio la potenza penica. Legga attenta¬mente. Noterà una relazione di causa-effetto tra gli eventi descritti dalle due frasi. Nella prima frase si parla di indifferenza, " nutro indifferenza "; nella seconda di impotenza. In quest'ultima si precisa "a questo puntoâ€, cioè di conseguenza. Dunque si tratta di impotenza secondaria conseguente a un evento; meglio a un "non evento", perché tale è l'indifferenza, cui segue un “non eventoâ€, ossia la non erezione. Conosco, signor Monaco Dottore, la potenza del mio membro, dimostrata prima e dopo, in ogni luogo, e su e con ogni oggetto sessuale. Riscopro ancora questa potenza di salvazione per il fatto che di fronte all'indifferenza, EGLI, LUI, si sia accucciato, in una postura di netto rifiuto. Capisce signor Monaco Dottore? LUI non mi ha tradito, tutt’altro mi ha salvato. Pertanto il mio giuramento è valido. La mia fede poggia su certezze.-
Piano Medio che raccoglie i volti dei due che si guardano. Non c'è sfida in Giò. C'è voglia di farsi capire. L'altro medita. Il silenzio è sopra la scrivania. Si sente il fruscio della penna del monaco segretario.
PP del Monaco Dottore
Monaco Dottore: - Ma perché lei non ha inserito la spina? Sì, con l'elettrodo nel sistema limbico, nel corno d'Ammone... ( ha uno scatto che sconvolge la sua serenità. E' la stizza di chi è sinceramente convinto delle sue idee. Ma si riprende). Mi scusi. Per salvare il matrimonio, professore, l'unione...Quando vi siete uniti vi amavate. In seguito, dico, lei avrebbe potuto ipotizzare che agendo sulla sessualità avrebbe riportato sua moglie in quell'atmosfera d'amore da cui era pure partita. Era necessario agire in concomitanza del coito sul corno d'Ammone, la zona del cervello strettamente collegata alla sessualità.
PP di Giò che raccoglie le mani, intrecciando le dita, e le accosta al mento. Si meraviglia, sta scoprendo qualcosa.
Giò: - Mi consenta. Lei con questo suggerimento rivela una profonda contraddizione. Per salvare l'unione calpesta il libero arbitrio. Il mio scopo era di lasciar morire una storia ormai senza amore...
PP del Monaco Dottore: - Lei dunque riconosce che aveva l'obiettivo opposto...
PP - Giò: - Certamente. Non c'era amore, e non credendo nell'indissolubilità del vincolo, avevo l'obiettivo di sciogliere l'unione. Per questo non mi sono servito dell'elettrodo. Avrebbe dovuto servirsene lei, essendo cattolica. Per salvare il matrimonio avrebbe dovuto volontariamente, salvo dunque il libero arbitrio, farsi applicare nel cervello l'elettrodo e ogni sera, a letto, infilare la spina per inviare gli impulsi elettrici che avrebbero svegliato la sua libido e mutato l’indifferenza in desiderio.
Mentre il Rosso parla la MdR sorvola lentamente il tavolo, verso il monaco segretario. Si sente sempre più forte il fruscio della penna che termina di botto dopo qualche secondo dall’ultima parola di Giò.
In PP il monaco segretario che guarda incantato verso Giò.

   di Maurizio Mazzotta - inserito 27.01.2009

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