Dapprima erano ombre

 

 

 

INSERITO 21.04.2021

 

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Viaggiò all'alba col fresco e arrivò poco dopo le dieci più o meno quando sarebbe dovuta arrivare Luciana. Che invece arrivò nel pomeriggio, con enorme ritardo perché i treni erano impazziti di terrore e non volevano passare sotto le gallerie né attraversare le stazioni e tantomeno sostare. I vagoni temevano di gonfiarsi ed esplodere, le motrici di trascinare ferraglie contorte come in un incubo sotto gallerie di fumo infuocato. 

 Giovanni era andato alla stazione per capire del ritardo e seppe dell'Italicus. Attese ore. Luciana arrivò sconvolta, stralunata. Avevano notizie confuse. Non che la realtà fosse sbiadita, ma si sa, le notizie imprecise contribuiscono ad alimentare l'ansia, e l'ansia la tragedia. Lei parlava di centinaia di morti, invece quest'altra volta il terrorismo nero aveva tolto la vita soltanto a dodici persone e i feriti non arrivavano a cinquanta. I dinamitardi avevano avuto poca fortuna. Avevano mirato alto e invece il treno presagendo, con un guizzo si era liberato della galleria. 

La portò in un bar all'EUR con l'aria condizionata. Presero un tè caldo, più tardi un toast. Rimasero fino all'ora di cena, non cenarono e andarono a casa di Giovanni. Dettero avvio all'intimo della loro storia con slancio semplice e generoso senza gli iniziali, tenui imbarazzi che caratterizzano il primo incontro. Probabilmente fu l'Italicus. Curiosa la capacità generatrice delle vicende. Avvenimenti di morte che danno vita, di odio che svegliano amore. È regola se l'oppressione cerca il sollievo, il dolore la consolazione. Accade di più: lo sconcerto riassorbito implora l'euforia, la sciagura si capovolge e richiede festosità, la sventura si rivolge al diletto, il tormento all'appagamento. La disperazione si raccomanda al tripudio e l'angoscia esasperata inventa la voluttà. Luciana non aveva intenzione di andare a letto con Giovanni quella sera di agosto. E nemmeno Giovanni a dire il vero. Luciana gli svegliava timidezze e una lontana memoria di sogni, la sua adolescenza che gli narrava lunghe storie d'amore, delicate persino nella ricerca dell'eros. Era stata fonte di smarrimenti. Invece l'Italicus affrettò i tempi. Quel treno aveva comunicato terrore agli altri treni, al treno di Luciana che proveniva da Bologna e che restò a lungo nella campagna assolata lontano dalla meta. La sensazione di morte e di tragedia, forte per la confusione delle informazioni e la condizione di prigione, era attivamente controllata dalla ragione sicché il terrore veniva represso, mantenuto sotto da un continuo violento ragionare che assicurava: è accaduto ad altri, non a noi. Ogni repressione genera ribellione, libera energie vitali. La repressione del terrore aveva prodotto ribellione che a sua volta aveva sbloccato freni, sciolto resistenze, disserrato impulsi. La risoluzione del loro incontro fu presa da Luciana. Il modo in cui avvenne, senza imbarazzi e pudori, condotto al di là delle intenzioni sempre da lei. La voglia di amare era tanta. 

Asciugando, pulendo, ritagliando come un esperto coreografo i gesti degli amanti al loro primo incontro, risulta una danza lenta, grave di tensione, dei due corpi che si accostano tra desideri e imbarazzi, avance e ritegni fino all'unione, che quando è generosa è una gara di doni. Nell'incontro di Giovanni e Luciana, che usciva fuori da quella eccezionale giornata e si calava, nell'umidore della sera estiva romana, in una mansarda che si affacciava sul Tevere, il coreografo sarebbe rimasto stupito dall'assenza di ritmi, gli imbarazzi non si alternavano ai desideri, non c'erano ritegni che seguissero a proposte: unico, il desiderio agiva nella stanza col soffitto basso. Agiva in progressione geometrica senza rovinare in gesti frettolosi, esprimendosi nella tensione a senso unico di movimenti, di sguardi, di contatti, di penetrazioni. Luciana ebbe l'orgasmo che non aveva mai avuto. Perché aveva suo malgrado trascorso quelle ore sul treno. 

E Giovanni ebbe una rivelazione, scoprì che il tempo può fermarsi, che ci sono momenti in cui il tempo si trattiene. Sono i minuti e i secondi che si dilatano? O le azioni, gli oggetti, che hanno la ventura di esprimersi e di comparire in quei frangenti, si distendono e si allentano fino a stravolgere il loro significato? Quella sera Giovanni colse che cercare un cavatappi in cucina era un'azione che lo rendeva felice; era azione dal significato così grande che riusciva appena ad afferrarlo. Esso non era semplicemente riconducibile al fatto che cercava il cavatappi per aprire una bottiglia di spumante. Il significato di quell'azione in qualche modo e misura, sicuramente oltre l'ovvio, aveva a che fare con l'evento Luciana, con le emozioni nuove, effervescenti, che lei aveva portato con sé e profondeva tra le pareti del piccolo appartamento. Tutto era gonfio di vita. E bloccava il tempo. Come se il tempo si fermasse ammirato. Per non sciupare tanta forza. Per conservarla. «Voglio dire, aggiunse Giovanni, che mi sono sorpreso di due cose... prima di là in cucina... che devono essere collegate tra loro... ero felice perché stavo cercando il cavatappi, sto dicendo che proprio la ricerca del cavatappi mi rendeva felice, e poi l'altra... ho avuto la percezione che questa ricerca fosse senza fine... come...al rallentatore, capisci, e non mi disturbava, era assente una mia impazienza a frastornarmi.» Luciana guardava il cavatappi che lui aveva in mano: «L'hai trovato, e adesso quel tempo ti sembrerà volato via...» «No, incalzò. Questa... mi ci fai pensare... è la terza cosa che mi sorprende... quel tempo ce l'ho tutto... non so se io possiedo lui o lui possiede me... so che è un pallone immenso gonfio di letizia soave che mi trasporta... qui... da te.»

 

TRATTO da Dapprima erano ombre  

 

OMBRE Ultima copertina B 

 

sinossi

L’infanzia di Giovanni Guerriero, rimasto orfano  in giovanissima età, si svolge nella tenuta Il glicine degli zii, che lo hanno adottato.

Lo zio Francesco medico, fratello del padre di Giovanni, ha posto in lui le radici di un mondo di valori -libertà dal bisogno, uguaglianza, democrazia-, ma a differenza del fratello, morto insieme alla moglie in un incidente stradale, gli ha regalato anche sogni e avventure nell’atmosfera di una fattoria della campagna salentina. Sicché il mondo dei divieti e dei sensi di colpa, delle ansie e delle paure dello stare insieme, assorbito nei primissimi anni dai genitori, all’apparenza si è stemperato. 

«La preistoria è il fiorire dei miti, la storia il loro deteriorarsi. Eppure nella preistoria affonda le radici quella realtà che si manifesterà nella storia, agguerrita, per distruggere i miti» dice la strega dei suoi sogni erotici.

Giovanni a Roma, da adulto, percorre due strade: come insegnante, sarà in grado di realizzare con ragazzi e giovani una speciale relazione costruttiva, ma le sue storie sentimentali, dove gli insuccessi e i puntigli che ne derivano, le aggressività, i ripensamenti che hanno alla base una paura profonda del coinvolgimento e dell’accettazione incondizionata, lo inaridiscono.

Il protagonista, cinquantenne e preside, contempla il vuoto della sua vita sentimentale che ha contagiato la vita professionale, ma nella sua scuola conosce Rosamaria, insegnante piena di entusiasmo per il proprio lavoro. Può ancora un uomo, disilluso da se stesso e dai suoi sentimenti,  avviarsi verso la rinascita di una affettività positiva? E in quale dimensione di affinità con l’altro occorre che si sviluppi l’incontro? Nella magia della tenuta Il glicine Giovanni trova risposte a queste domande e scioglie il bisogno, chiuso nell’intimo, di recuperare tutto il suo passato migliore.

 

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Da sempre racconto storie con le parole e con i film. Il mio interesse Ã¨ l’essere umano: le spropositate ambizioni dell’uomo e la straordinaria

capacità di comprendere della donna. Entrambi sognano di soddisfare i bisogni di comunicare, di conoscere se stessi, di esprimersi nei linguaggi

che essi stessi hanno inventato. 

 

la creatività affiora da una interazione intensa con oggetti, eventi e persone e si apprende anche per contagio

 

 

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DAPPRIMA ERANO OMBRE

IMMAGINI copertina e interne di Tito Mazzei

 

 

INDICE          

 

PARTE PRIMA

1 – Luce a grappoli…                                                

2 – Frequentava con eccitazione…                

3 – Non è quello di pietre a secco…              

4 – G. non tollerava gli insulti…                   

5 – L’appartam. per metà vuoto…                 

6 – Esaminava i progetti…                            

– La febbre che si accompagna…DONNA OGGETTO                     

8 – G si aggirava tra cataste…                       

9 – Tornare a scuola fa bene…                                             

10 – Giov  terminò la settimana…                                         

11 – Già prima di partire…                

12 – G era sulla scena…                                                                  

13 – Per Tarono iul rientro…                                                

14 – Scendeva in auto…                                

15 – Tra i suoi colleghi…                                                                 

16 – Lo aveva invitato    DONNA RIVERSA SEDIA

17 – Tutto l’autunno servì…                                                            

18 – Si alzò e aprì la finestra…                                            

19 – Arrampicato…               

20 – Una domenica di…                               

21 – L’evento Luciana…                                                                  

22 – Abbandonò Lecce…DONNA SU SEDIA                 

                        

PARTE SECONDA 

23 – Giovanni  Guerriero…                                                             

24 – La sera del 20 settembre…                                            

25 – Giovanni Guerriero stava…                                           

26 – Rosamaria Astolfi…                                         

27 – Alle sette del mattino…                                     

28 – La prof Ros. Astolfi...                                       

29 – Rosamaria racconta…DUE FIGURE                                                 

30 – La scuola risuona…                                                                 

31 – Una mattina di fine…                                            

32 – Lei presenta il suo…                                                     

33 – Rosamaria scende…                                          

34 –  Se voglio avere… DONNA NUDA                           

35 – Sono innamorata…                                           

 

 

FOTO DI TITO

 

 

DISEGNO DI TITO MAZZEI 

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