I messaggi nascosti
I messaggi nascosti
Tra gente che appena si conosce, ad un ricevimento, si parla di incidenti stradali. Uno, petto in fuori, espressione compiaciuta racconta:
“L'altra sera sull'autostrada una tragedia! Non ricordo se stavo con la BMW o con l’ AUDI di mia moglie... sono stato costretto a fermarmi, polizia, pompieri, autoambulanze... ah sì, con la FERRARI di mio figlio... Una carambola impressionante, quattro o cinque automobili, un ferito e per terra un lenzuolo bianco e una scarpa. - conclude, accennando una mimica di afflizione.”
Questo è un esempio di messaggio celato (non troppo, in verità ) ossia di comunicazione "non trasparente". Il nostro personaggio si è posto l'obiettivo di far conoscere, appena possibile, il suo status e ha atteso pazientemente l'opportunità . Si parla di incidenti stradali e coglie l'occasione. Richiama l'attenzione usando parole che allarmano: "una tragedia" e mette per inciso il contenuto che gli interessa veicolare: "... non ricordo se stavo con...". Ed è proprio questo il messaggio reale che significa: "Io ho tre automobili di grande cilindrata. Adesso sapete chi sono e conoscete il mio potere economico". Quindi riprende il fatto sottolineando con una certa efficacia narrativa particolari agghiaccianti: “lenzuolo bianco, scarpe”.
Il messaggio subliminale utilizza tecnologie avanzate e principi scientifici, e funziona allo stesso modo. Il primo classico esperimento raccolse un gruppo di persone alle quali fu fatto vedere semplicemente un film. In realtà nella pellicola erano stati inseriti alcuni fotogrammi, il cui passaggio rapidissimo non poteva arrivare alla coscienza: era al di sotto della soglia di percezione consapevole. I fotogrammi erano immagini di deserti assolati, di gente che soffriva d'arsura. Insomma evocavano la sete. Al gruppo di persone fu chiesto se era rimasto impresso nella loro mente qualcosa di quanto avevano visto e tutti riferirono aspetti della storia narrata nel film. Però poi al bar ci fu un grande consumo di bibite ghiacciate.
Se interrogassimo quelli che hanno ascoltato il personaggio dell’aneddoto chiedendo loro che cosa ha riferito, la gran parte ripeterebbe la tragedia sull'autostrada, poi però interagendo con questo personaggio ci mostrerebbero chiaramente in qualche modo e misura di tenerlo in grande considerazione.
Molta gente che non ama parlare direttamente, usa l'arma più subdola della comunicazione verbale: servirsi cioè di un messaggio come veicolo per un altro messaggio. I mafiosi sono maestri, inviano messaggi celati o non trasparenti (almeno quelli di vecchio stampo), dicono e non dicono, usano metafore.
Penso che alla base del messaggio nascosto ci sia un tentativo di “aggredire” in qualche modo l'altro, e comunque vigliaccamente in quanto lo si vuole costringere a pensare (o a fare) qualcosa senza dargli la possibilità di opporsi. Infatti se comprendiamo le intenzioni di chi ci parla in questo modo e rileviamo il messaggio nascosto, non siamo liberi di agire e di rispondere perché se di punto in bianco ce ne andiamo, rischiamo di apparire sgarbati di fronte ad altri presenti. D’altra parte se rispondiamo a tono nel tentativo di smascherare il vero significato delle cose dette, rischiamo di sentirci dire: "ma cosa hai capito!?". Rimarrebbe la possibilità di usare anche noi i messaggi celati e rispondere in modo non trasparente. Ma se è una modalità di comunicazione che rifiutiamo, avvertiamo che il soggetto in questione ci costringe a fare ciò che non vogliamo.
Resta di abituarci a risalire alle sorgenti delle parole e a stare alla larga da chi usa i messaggi celati o non trasparenti e vuole così limitare la nostra libertà di risposta.
17.05.2021