Lettera a un ragazzo vittima di bullismo

 

Una banale carezza

di Maurizio D'Anna

 

Ogni persona che incontri sta lottando con i propri problemi. Sii gentile con lei. Non potrai risolverli al suo posto ma la tua gentilezza forse la incoraggerà a non rinunciare. La tua gentilezza può essere un miracolo che stava aspettando. Spesso, senza saperlo, facciamo veri miracoli” (Gustav Birth)

 

 

Parlo a te, mio caro nature boy…

A te che hai la colpa di essere un numero primo senza saper essere primo in nulla, a te che a scuola ti senti denigrato, ridicolizzato, preso in giro, isolato per quel difetto, quella difficoltà, quel tuo essere anima fragile.

Dico a te: resisti! Resisti perché la tua situazione, questa realtà, è la realtà del momento, non la sola che ti è concessa. Questa vita è una delle tante, una possibilità in mezzo a mille altre che arriveranno.

Ti senti inadeguato, ma è l'ambiente che ti circonda ad esserlo; ti senti in colpa, è la società a doversi sentire in colpa, responsabile di costruire miti illusori e falsi valori: la bellezza, il possesso, il successo. Tutte cose utili a coltivare l'illusione di essere meno soli ma che non regalano la qualità umana, la libertà di esistere, anzi ti uniformano a ciò che gli altri vogliono che tu sia, allontanandoti da un bene prezioso, la tua unicità, l'opportunità di essere speciale.

In questo complicato percorso che è la vita, devi necessariamente fare i conti col male, senza il male non può esserci il bene. Proteggiti, difenditi e, se ti senti stanco e sfiduciato, siediti, respira, tieni in uno zaino tutti i problemi e versa in una borraccia tutto l'amore che ti rimane.

Lo so… Quei problemi, caricati tutti assieme nello zaino sono pesanti, spaventano, sono una massa informe sulle spalle che ti schiaccia, ma prova a tirarli fuori uno alla volta, girali tra le mani, come si fa con un giocattolo rotto che non temi di mostrarlo in giro…

Quel meccanismo danneggiato forse non tornerà come prima, ma il solo averlo davanti agli occhi, il non nasconderlo, ne ridimensionerà la portata.

Alzati, prosegui il cammino, bevi dalla borraccia, tira fuori dallo zaino un altro oggetto rotto, e poi un altro e un altro ancora… Girati attorno, il paesaggio cambia sempre, è lo stesso che hai già percorso altre volte, ma cambia la luce e, forse, lì dove c'era ombra, ora ci sono sorrisi che ti attendono… non sei solo, non sei solo, non sei solo...

Tutto questo te l'ho già detto con altre parole e resta un discorso banale, ma è una carezza d'amore e ci tenevo a fartela anche qui… e poi, chissà che non possa scivolare davanti agli occhi di qualche altro ragazzo che come te non sa aspettare camminando.

Ti voglio bene.

Inserito 01.05.2013

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