TANGASS al Marchesale - 9.2.2018

Categoria: Narrando

 

                                           Tangass al Marchesale 

                                                  Il romanzo presentato a cura della

              SERREZZULA di Anna Misurale e dell'AMMINISTRAZIONE COMUNALE di Arnesano 

 

 

 Locandina Marchesale 3

 

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                                                      CORTI E LIBRI

                           Rassegna nel borgo - Martano 25.11.17 

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            copertinaTANGASS 3                   TANGASS tango con l'assassino

 

 

 di Maurizio Mazzotta

ebook in AMAZON e in  YOUCANPRINT

libro edito da L'Officina delle parole

 

Sinossi

Serafino Valdemaro, ballerino di tango così bravo che appena entra in milonga, le tanguere smaniano per la sua bravura, in realtà è un investigatore; a Mosa, capitale dell’Irania, è molto conosciuto per la sua perspicacia, per la capacità di riconoscere la menzogna, e per la tenacia nel perseguire gli assassini.

Ha un curriculum fin troppo d’eccezione nella lotta contro il crimine, al punto che è tenuto d’occhio dal Potere che lo teme perché è troppo amato, e per questo ha cercato più volte di incastrarlo. Valdemaro senza essere un osso duro, anzi piuttosto incline a subire le frustrazioni, innamorato del suo lavoro e dei suoi collaboratori, “si è tolto dieci anni” per rimanere in servizio. Il suo mestiere lo intriga, lo fa vivere, non saprebbe cosa fare in pensione. Vuole e deve continuare a lavorare, pure in quella cloaca che è il Palazzo dell’Ordine. Spesso si affianca al Primo nucleo della dottoressa Tulipano, ed è proprio lei a coinvolgerlo nell’indagine sulla morte di un barbone, vittima di uno strano incidente sulla Via del Mare.

Con i suoi collaboratori, un gruppo di detective sui generis con qualità indubbie e tendenze a dir poco originali, si troverà invischiato in un’indagine dove niente è quello che sembra.

Tangass, è una vicenda al limite del paradosso, accesa da grandi passioni, avvolta dalle suadenti atmosfere della milonga, e oscurata da vergognosi giochi di potere.

Le indagini di Serafino Valdemaro ballerino di tango, vi coinvolgeranno dalla prima all’ultima pagina.

 

 

 

 

 

 

GIORNO 4: lunedì 20 - I campi di auto rottamate. Guardie e ladri 

 

18 - ore 9:00.  Nel gabinetto del trucco

   Bi Arnò detto il Trasformista si muove con disinvoltura e sicurezza nel gabinetto del trucco e dĂ  suggerimenti a Lusi e a Carlos, spesso interviene a correggere, usando matite e pennelli sui loro volti, discutono su cosa mettersi addosso per completare la loro trasformazione in clochard. Tada imbronciata attende il suo turno seduta e contratta in un angolo della stanza, il capo tra le zampe, l’unico movimento sono le sopracciglia, accento circonflesso al di sotto del quale gli occhi seguono preoccupati ogni movimento di Bi e di Lusi. Lei ha captato nella riunione di poco prima voci di un imminente suo coinvolgimento diretto e addirittura intrusivo e lesivo della sua personalitĂ  e non l’ha accettato, ma il suono della voce del gran capo non ammetteva repliche, tanto meno defezioni.

   In questo gabinetto, di cui Bi Arnò è il responsabile, perfettamente attrezzato dallo stesso Bi e da Valdemaro, c’è anche Giò Tulipano che contatta al cellulare tutti coloro che possono favorire la squadra negli incarichi che lei e il capo hanno assegnato poco prima.

   - Guarda Tada come è preoccupata!- fa Lusi mentre s’incolla un grosso cicciolo, scuro e peloso, sul mento.

   - ÂżEs la primera vez para Tada? - chiede Carlos che è alle prese con una lunga cicatrice sul collo che dovrebbe completare secondo Bi la sua trasformazione.

   - No - riprende Lusi, sospendendo un attimo l’operazione e guardando amorevolmente Tada che subito si sforza di sostenere le orecchie, tanto lunghe che anche quando presta attenzione il suo interesse si nota appena. - Una volta l’abbiamo truccata da signorina, vero cicciolona, per una mostra cinefila. Tutti e tre infiltrati in una cricca di spacciatori che come paravento organizzavano mostre…

   - … e ammazzavano senza pietĂ  chi voleva togliersi dal giro - aggiunge Bi.

   Carlos, che sembra abbia terminato, si rivolge pure lui a Tada:

- ¡Mejor nosotros sin techo, desamparados, clochard! Giana y Vinca en alcantarillas… ¿se dice fogna?

   Subito Lusi: - Fogne, sì. Per un attimo ho temuto  che potesse affidare a noi quel compito.

   - Il capo le ha scelte subito - interviene Bi.

   - No, pidieron ellos ir alle fogne. Hanno detto: noi andiamo nelle   fogne - corregge Carlos.

   - Vero. Si sono offerte loro dopo essersi guardate -, precisa Lusi. - Quelle due sono rapide nelle decisioni e…

   -…d’accordo nelle azioni - ribadisce Bi. - Mentre Valdemaro ci riferiva di quel tale Pilcosky che hanno interrogato sabato e dell’ ipotesi di una carcassa d’auto come rifugio del barbone, Giana giĂ  indagava al computer sui campi di rottamazione, numero, grandezza, siti dei campi dentro e fuori la cittĂ .

   Giò Tulipano chiude il cellulare e spiega: - Devono verificare i percorsi che collegano i campi di rottamazione tra loro e con  Fiume Bianco per mezzo del sistema fognario, capire gli spostamenti di Marvin e favorire la ricerca del campo abitato da lui -. Poi dopo una breve pausa: - Ho parlato con quelli della Scientifica per gli indumenti di Marvin, serviranno a Tada. Valdemaro è giĂ  lì in colloquio con Grisso. Quanto prima scenderai tu, Lusi, tu e Tada. Lo sapete - dice “lo sapete” ma si sta rivolgendo a Bi -  Vogliono  meno gente possibile nei loro ambienti. Per il resto disponibili come al solito. Lusi, chiedi di Gisella.

   Mentre la dottoressa Tulipano si trasferisce nel suo ufficio avvisando con cenni della mano, perchĂ© ha di nuovo il cellulare all’orecchio, Bi annuncia: - Il momento di Tada!

   Se la studia osservandola con fare professionale e la basset hound non sostiene lo sguardo del suo amato papĂ , piega la testa sulle zampe mugolando disperata.

   - Se fosse solo invecchiarla, sarebbe facile, perchĂ© giovanissima non è, occorre  proprio trasformarla da cane poliziotto, tenuta come figlia, in cane di una coppia di barboni. Renderla malata e malandata, spelacchiata, croste che generino pena e ribrezzo.

   - Mi sembra giusto dirglielo, che lo sappia - prega Lusi.

   - Certo lo saprĂ . Non con la tua faccia, sei piĂą disperata di lei. Bisogna farle capire che è un lavoro serio, di grande responsabilitĂ , che dobbiamo fingere di essere quello che non siamo.

   Tada capisce tutto, anche perchĂ© li vede che sono loro ma non sono loro, e spesso deve ricorrere al suo olfatto per avere conferme, e poi quando Bi comincia  a darsi da fare con lei si rifugia in un angolo e poi, recuperata, mette il muso e borbotta a non finire ma si lascia trasformare in cane da barbone, da desamparado.

 

19 - ore 9:00. I personaggi della Scientifica

    Valdemaro segue il lavoro del dottor Grisso, chimica e computer.

     - Fammi terminare, ho qualcosa da mostrarti.

   Grisso è il capo dei laboratori scientifici al secondo sotterraneo. Di quasi vent’anni piĂą giovane di Valdemaro lo ritiene  suo maestro, avendolo avuto come docente in un corso di formazione appena assunto al Palazzo. Col tempo ha  preso confidenza; Valdemaro gli ha imposto di dargli del tu.

   Un tipo particolare, rapito dal suo stesso lavoro sorride di rado, per esempio quando vede Valdemaro che gli ha sempre rimproverato l’aria seriosa. Per fare bene il lavoro devi lavorare con persone rilassate, serene, tu le devi mettere a loro agio, gli ripete da trent’anni. Per fortuna i tuoi collaboratori sono intelligenti e hanno capito, sanno che devono modellarsi su altri aspetti del tuo comportamento, ma rimangono due problemi: il primo che rischiano comunque di imitarti anche per questo aspetto del tuo comportamento e quindi di creare una stirpe di capi musoni; l’altro problema è che potresti perdere collaboratori bravissimi, qualche  nuovo assunto che ha bisogno del contatto, tu non soddisfi questa sua esigenza,   appena può se ne va.

   Per questo Grisso, quando vede da lontano Valdemaro, sorride, a forza di sorridere il  sorriso è diventato sincero, motivato anche dalla stima e dall’affetto e dal fatto che stare con lui anche solo dieci minuti è una pausa autentica. In cambio Valdemaro in sua presenza parla pulito, perchĂ© Grisso è l’unico al Palazzo a parlare pulito.

   Cinquant’anni, giovanile nell’aspetto, asciutto nel fisico, piĂą alto di Serafino di quasi dieci centimetri, in veritĂ  tutti al Palazzo sono piĂą alti di Serafino, è un po’ rigido. Per questo Serafino gli suggerisce: impara i balli caraibici, ascoltami.

   Valdemaro, che ha il vecchio Marvin come pensiero fisso, in questo momento sta guardando senza il minimo interesse una vecchia auto mal ridotta.

   - Questa pare proprio che sia la tua APA 1700 del 79 - annuncia Grisso e mentre nella testa di Serafino si accendono lampadine che man mano  diventano riflettori, il capo della Scientifica continua a spiegare fino a che Valdemaro vedendo ormai tutto chiaro sente se stesso mormorare: - Che botta di culo!

   - L’hanno portata all’alba, c’era  una nota di consegna, di cui ho chiesto conferma qualche minuto fa. Il furto di questa automobile è stato denunciato da tal Pilcosky che mi hanno riferito hai giĂ  interrogato. Il ritrovamento di questa auto,  secondo quanto letto in un tuo comunicato, era estremamente importante per il caso della Via del Mare.

   - Ca-cavolozzo! Questa sì che giunge inaspettata!

   - C’è dell’altro. Come ti stavo dicendo mi sono fatto descrivere come e dove l’hanno trovata perchĂ© la nota è proprio striminzita. Guarda un po’!

   Gli passa un foglio di carta intestato: “Agenzia degli Agenti Urbani”, dove si legge solo: “APA 1700 del 79 per il dottor Valdemaro, caso della Via del Mare”.

   - La dottoressa Versienti - riprende Grisso -  ha compilato un protocollo sulla telefonata registrata. Dove l’hanno trovata, a che ora, come è stata prelevata, eccetera e l’ho lasciata che stava indagando su questa APA 1700.

   Serafino trattiene la sua gioia a fatica tanto che Grisso se ne accorge:

   - Valdemaro lo sai bene, qui tutti ti vogliamo bene. Quella ragazza,  insomma la dottoresa Versienti, che si occupa dell’APA 1700, stravede per te e tu non l’hai mai degnata di uno sguardo. Poi dici a me! e mi accusi di essere musone, che non sorrido eccetera.

   Lui amareggiato: - Io non sono un ragazzo Grisso.

   - C’è dell’altro, maestro. Il pezzo forte lo vuoi sentire?

   - Ah! non è tutto?

   - No, non è tutto. Appena me l’hanno portata, abbiamo dato un’occhiata. Ammaccature sul cofano davanti, compatibili con l’ impatto contro un oggetto molle, il corpo immagino. Dentro, un pezzo di stoffa celeste  che secondo Gisella è un  brandello di camicia celeste molto chic.

   - Troppo bello quest’inizio!

   - Buon giorno dottore! -. La dottoressa Gisella Versienti li ha raggiunti tenendo alto un foglio appena stampato.

   - Buon giorno Gisella.

   - Ho raccolto alcuni dati, mi sono sembrati interessanti. Sull’auto voglio dire. Anno 79. Lo chassis è quello del trattore 5000, portata cinque tonnellate. La produzione del trattore era stata sospesa per gravi difetti nel cambio, nuova tecnologia e trattori differenti. Rimasti 25.000 chassis, l’azienda aveva deciso di utilizzarli per un’ultima  produzione dell’APA 1700 che si prestava all’adattamento. L’APA era giĂ   in fase terminale di produzione. Ma questo modello ebbe successo tra i clienti  che per lavoro trasportavano materiale pesante. Nonostante il successo e l’assorbimento in poco tempo da parte del mercato di tutta la produzione dell’APA 1700, la produzione fu chiusa perchĂ© rifare il modello con lo chassis del trattore 5000 sarebbe stato costoso e l’auto non sarebbe stata piĂą accolta dalla clientela. Le APA 1700 se le sono contese  per trent’anni fabbri, muratori, agricoltori. La carrozzeria, che non regge il confronto con la struttura della macchina, si è deteriorata. L’impressione è quella di un’auto in rovina, che cela invece la forza di un rimorchiatore.   

   - Gisella, ti piace la crema? La crema pasticcera. Se hai tempo e voglia di crema ti meriti i bignĂ© del ventiduesimo. E tu Grisso?

   - Andate. Sto per chiudere una ricerca.

   - Figurati! Vieni Gisella.

   - Grazie. Volentieri.

 

 20 - ore 10:00. In auto Valdemaro e Tulipano

    Tulipano ha bisogno di qualche secondo per concentrarsi, intanto il capo le ripete: - APA 1700 del Settantanove -, proprio mentre stanno uscendo dal parcheggio sotterraneo del Palazzo per immettersi nel viale della LibertĂ , lei al volante col traffico incasinato di sempre.

   - APA 1700 del Settantanove - mormora pure lei per richiamare le info che possiede e quando si immette nel viale scocca la scintilla nella testa: - Sì, l’auto del Pilcosky. Dove dormiva secondo il suo racconto il vecchio Marvin. Pilcosky ne ha denunciato il furto ed è così che è pervenuto da noi e l’abbiamo interrogato.

   - La conosci, l’hai mai vista?

   - No assolutamente. PerchĂ© me lo chiedi?

   - Io sì. Voglio dire è un’auto che dovrei riconoscere. Di qualche decennio fa, quando circolavano. Ma vedendola non ti saprei dire quella è un’APA 1700 eccetera. Sai che le auto non mi interessano. Adesso per esempio su quale auto ci troviamo? è un’auto di servizio, quella che usiamo sempre d’accordo  e poi? Tu invece lo sai.

   - Beh sì, se dovessimo denunciarne il furto… .

   - Ecco perchĂ© ti porto con me. Se ce la rubano tu sai che auto è. Io farei una figura di cacca.

   Lei lo guarda di sfuggita e con la coda dell’occhio. Lui afferra la coda:

   - Inutile che mi guardi di sottecchi. Torniamo ad essere seri. Tutto questo discorso serve perchĂ© al prossimo semaforo devi dare un’occhiata a questo documento che mi è stato consegnato un’ora fa. Ti dico solo che la settimana si avvia con una buona dose di fortuna per le indagini.

   Glielo strappa di mano, lo passa nella mano sinistra per tenerlo lontano da lui e continuando a guidare, gli dĂ  un’occhiata e dice sorpresa: - Dalla Scientifica firmato Grisso!

   Guarda la strada per recuperare la guida poi di nuovo sul foglio alla ricerca veloce e afferra in grassetto APA 1700 del Settantanove. Restituisce il foglio.

   - Insubordinazione rapina senza mano armata guida pericolosa. Comunque ora te lo leggo. Anzi ti racconto.

   Salgono sulla sopraelevata che li porterĂ  sul ring road,  e dopo poco sulla Via del Mare. Nemmeno due minuti e  saranno dal Tosi.

   - L’APA è stata trovata nel quartiere Cane di pietra da una pattuglia che perlustrava all’alba la zona, come fanno spesso con l’elenco delle auto denunciate per furto. Sono le pattuglie che recuperano il lunedì mattina le auto rubate dai giovani il sabato sera, il cui furto è denunciato la domenica. Quelli della Stradale hanno scoperto il gioco dei ragazzi, che si divertono in mille modi con le auto degli altri e poi le abbandonano, e hanno istituito un servizio di recupero che costa poco e ha un ottimo ritorno in immagine.

   Giò segue attentamente guidando con perizia nel traffico di queste strade a scorrimento veloce.

   - Insomma l’hanno trovata. C’era la raccomandazione di non inquinarla perciò sono stati attentissimi, dicono. Il carro attrezzi  l’ha trainata fino al garage della Scientifica.

   - Non sanno che devono chiamare la Scientifica per queste  operazioni di recupero?

   - Lo sanno lo sanno! Forse all’inizio non sapevano il perchĂ© del recupero. Ci sarĂ  stato un equivoco. In partenza per loro era un’auto rubata e basta. Poi avranno capito. Grisso si è incazzato, ma ormai… L'hanno agganciata da dietro. Se tutto si è svolto come dicono poco male. Grisso e la Versienti hanno dato una prima occhiata e hanno rilevato alcune cosette.

   “Odissea nello spazio”, cui ancora non si è abituato si fa sentire, ma è Giò a cogliere per prima le note che si diffondono nell’auto.

   - Il tuo cellulare…

   - Cosa?

   - Il tuo cellulare, qualcuno chiama.

   Serafino si affretta nelle tasche e guarda chi lo chiama: è Maca.

   - Ciao.

   - Il giornale ieri è andato a ruba. Successo enorme dell’articolo. Questa storia del clochard sveglia l’attenzione. Appena hai nuove  chiama, chiama tu per favore, qui vogliono un articolo al giorno, anche insignificante.

   - Complimenti.

   - Mi auguro sia la sorte del barbone a interessare.  Ciao, ti lascio, ci risentiamo.

   Valdemaro intasca il cellulare e non si accorge che la sua vice si è illuminata per una intuizione. Con lo sguardo fisso sulla strada lei sta dicendo:

   - Pilcosky denuncia l’auto. Noi lo interroghiamo e ci dice di Marvin che vi dormiva. Noi siamo costretti a divulgare la notizia per favorirne il ritrovamento. Questa notte, la notte successiva all’articolo, l’auto viene trovata. Sensazione di eventi pilotati.

   - A partire da Pilcosky?

   - Sì sì a partire da Pilcosky.

   - Io credo che lui sia fuori. Non dice la veritĂ , ma non credo abbia contatti.

   - PerchĂ©?

   - Primo non credo sia legato alla mala. Che gli abbiano imposto di  fare la denuncia? La mala sbriga da sĂ© i fatti suoi. Secondo me Pilcosky non si rende conto della gravitĂ , insomma che potrebbe essere un omicidio, e pensa di poter tacere magari info che invece sono utili. Terzo: mi pare proprio una pippa mentale, Giò.

   - Ma non è con le pippe che si comincia?

   - Sì certo è con le pippe. Tutti cominciamo con le pippe. Ascolta. Non ho finito sull’APA. Grisso l’ha solo guardata e vi ha trovato qualcosa di interessante: un pezzo di stoffa, forse una camicia celeste da uomo di ottima fattura e qualitĂ .

   Giò annuisce per dire “ottimo!” e subito dopo: - Siamo arrivati.

06.03.2014 

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