BAZZECOLE E PISTACCHI - Le frasi che uccidono
BAZZECOLE E PISTACCHI Le frasi che uccidono 2°
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Faccio sempre una pessima figura
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Non è mai colpa mia
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Tentare è il primo passo verso il fallimento
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Il giudizio degli altri è più importante del mio
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Investire su se stessi è una perdita di tempo
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Il mondo è creato per i furbi
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Non vale la pena sforzarsi, le cose vanno come devono andare
Non è tanto difficile controllare queste frasi che nascono dalla nostra testa e veramente tentano - e a volte riescono - di ucciderci.
Appena “sentiamo dentro di noi” frasi simili a quelle poste all’inizio come se fossero dette da qualcuno, chiediamoci prima di tutto
se corrispondono al vero, o se sono esagerate ed enfatizzano aspetti che hanno poco a che fare con le nostre capacitĂ .
Poi verifichiamo se veramente corrispondono alla nostra esperienza, intendendo anche l’esperienza che abbiamo delle vicende altrui.
Per esempio consideriamo la frase “Investire su se stessi è una perdita di tempo”. Se conosciamo qualcuno che “investe su
se stesso”, che si è posto degli obiettivi e si è dato da fare e ancora è impegnato a raggiungerli, meditiamo sui suoi comportamenti.
Cosa fa per raggiungere gli obiettivi che si è posto? E le nostre capacità sono tanto diverse dalle sue? A questo punto ci chiediamo:
chi “parla dentro di noi” e dice che “investire è una perdita di tempo” vuole aiutarci, darci dei suggerimenti, oppure vuole,
al contrario, colpirci e annientarci? Si tratta di autolesionismo. E allora poniamoci la domanda: perché voglio farmi del male?
Se esaminiamo noi stessi e le nostre capacitĂ con un certo grado di realismo, ci possiamo rendere conto per esempio se una
cosa siamo in grado di farla oppure no. Se siamo in grado, facciamo il possibile per realizzarla; altrimenti decidiamo se apprendere
oppure lasciar perdere. Questo significa “controllarci”, nel senso che il luogo in cui avviene questo controllo si trova dentro di noi.
Vediamo questa frase: “Tanto io sono fortunato!” (oppure "sfortunato").
Fare ricorso alla fortuna-sfortuna sposta il “luogo del controllo”.
Se concludiamo che le capacità dell’individuo, quindi anche le nostre, non hanno nulla a che fare con ciò che gli accade nella vita,
significa che ci abbandoniamo al “caso”, che non possiamo controllare, e dunque il luogo del controllo sarebbe fuori di noi.
Cosa voglio dire? Che frasi come: “Tanto io sono fortunato (o sfortunato)!”. “Non vale la pena sforzarsi, le cose vanno
come devono andare”. “Non è mai colpa mia”: sono delle scuse; dunque non riconosciamo le nostre responsabilità ,
tiriamo i remi in barca, siamo vigliacchi, il nostro atteggiamento è quello del perdente. Siamo dei perdenti prima di perdere,
che è peggio del perdente che perde dopo che si è dato da fare e ha lottato e che per questo non è un perdente. Significa che ha
perduto una battaglia, ma non si è lasciato fiaccare.
In conclusione: se ci diciamo frasi come quelle dell’inizio, reagiamo analizzandole, cerchiamo di capire perché
ce le diciamo.
06.04.21
Le frasi che uccidono 1°
La frase che eccelle nel massacrare l’individuo è un TU DEVI imprecisato
che qualcuno ci pone nella testa e che in breve dilaga e pervade tutto ii nostro essere. In più c’è da dire che questa frase possiede
una caratteristica micidiale, quella di mascherarsi. Per questo è più difficile difendersi.
Allora alleniamoci intanto a individuare quelle frasi che ci poniamo noi stessi nella nostra testa. Frasi come queste che seguono:
“Come sempre, non ce la farò”. “Troppo facile, per questo mi è riuscito”. “Per forza! Sono stato aiutato”. Sono frasi che rivelano
scarsa fiducia in se stessi.
Oppure frasi, come queste altre, che dimostrano all’opposto un’eccessiva autostima. Per esempio: “Se proprio voglio, imparo queste cose
in quattro e quattr’otto”. Frase a rischio, perché una fiducia eccessiva in noi stessi ci fa compiere azioni che possono tradursi in insuccessi.
O ancora: “Volere è potere!”. Quest’ultima è insopportabile, e infatti come il TU DEVI sono gli altri a dettarcela e se sono genitori o insegnanti,
comunque persone per noi importanti, siamo fottuti perché come il TU DEVI penetra nel cervello più facilmente e ci condiziona per tutta la vita.
Insomma tra frasi che diciamo a noi stessi e frasi che ci iniettano nella testa abbiamo un corredo di pensieri che contribuiscono comunque
a indebolire la nostra autostima: temiamo di agire oppure agiamo da incoscienti e ci procuriamo insuccessi. Come se non bastassero
le vicende che aggrediscono dall’esterno, abbiamo anche il nostro terreno interiore minato, e molte di queste mine ce le siamo poste noi stessi.
Sono frasi che uccidono e dobbiamo imparare per prima cosa a riconoscerle, poi a difenderci.
Credo che il discorso sulle “frasi che uccidono” sia da affrontare proprio in circostanze come questa.
Durante la pandemia, se superiamo la disperazione, ci predisponiamo al bilancio con l’intenzione di una valutazione realistica, guidata
dalla consapevolezza e dall’accettazione, scevra dei condizionamenti che fanno vedere il peggio ovunque, favorendo una visione del mondo
e di noi stessi infantile e distorta.
21.03.21 -