GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA
GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA
Premio “L’Arte in versi†a Bruno Epifani
Sabato 14 novembre, nella Sala Maggiore del Palazzo dei Convegni a Jesi, nell’ambito della serata conclusiva del IV Premio Nazionale di Poesia “L’Arte in versiâ€, è stato assegnato il Premio alla Memoria a Bruno Epifani.
La giuria
Stralci dalla motivazione della giuria.
(.……………) Ciò che è possibile osservare con imperitura certezza è che Epifani tingendo i suoi versi di un fascino incantato e al contempo critico nei confronti della sua terra può essere a ragione inserito in quell’ampia compagine della letteratura italiana contemporanea che ha posto l’accento sulle forme e sui disagi sentiti nella questione meridionale (.……………). Le poesie di Epifani ci parlano di un rapporto contrastivo instaurato con l'ambito provinciale che ha determinato la sua giovinezza e adolescenza: un amore sofferto a tratti perturbato e insondabile nella concretezza e al contempo il bisognoso ricorso ad un esodo, pur non convinto e innervato da strascichi di rimorso. (.……………) Meritano la giusta attenzione quei carmi lirici di Epifani dove l’amore per la terra, quel legame serrato e inscindibile con Gea, si metamorfìzza e diluisce nella dimensione degli affetti che riguardano l’intimità . Alle radici di Eva risulta così un canzoniere d'amore per la sua donna, una collezione di componimenti nei quali si invoca e si rende grazie per la straordinarietà di un legame d'amore e lo stupefacente sincronismo emozionale degli amanti. (.……………)
Riallaccio tutti i fili
Riallaccio tutti i fili

del possibile mio vivere

se risolvere vale più di tanto
questa sorte mia precaria
come ricco tessitore di cotone
o mendico di favori non so
I nodi tutti quanti

in ore di delirio ho già reciso
- pallido fiume -

senza infingimenti

ai piedi tuoi armoniosi

di saggezza saldi

- Già la figura chiara

( e appena schiva )

prende profilo e incanto

e la dolcezza del sorriso triste
è senza più pudori

a me daccanto -.
Il Cairo, 12.10.1975
Non può non fare piacere Ci sentiamo colmi di soddisfazione quando la figura e le opere di un poeta riescono a trovare consenso e apprezzamento, a maggior ragione quando il poeta, che abbiamo conosciuto in vita, non è più tra noi e il riconoscimento viene da fuori la sua terra d’origine.
Bruno Epifani, infatti, è un poeta salentino scomparso nel 1984 a soli quarantasette anni, che nel rapporto con il suo luogo di nascita ha forgiato la sua umanità , il suo pensiero, la sua poetica. Pur conoscendo il dolore del Sud, le sue miserie e i suoi difetti, egli non ha mai rinnegato la sua terra perché conosceva anche la bellezza, la profondità e la grandezza della sua gente. Era orgoglioso della sua origine greca, mitica e gloriosa, che per lui non era solo un fatto storico, ma un valore connaturato vivo nel sangue dei suoi conterranei: un passato e un presente “compattatoâ€. E se volle andare a vivere lontano, in Egitto e in Spagna, fu per conoscere altre realtà , che avessero potuto meglio chiarirgli il perché della sua personale esistenza e quali fossero le sue vere radici. Mai avrebbe voluto morire lontano da dove era nato.
È stato autore in vita del volume Epistolario Salentino, (Lecce, 1967, Editrice “L’Orsa Maggioreâ€) e di due volumi postumi, Una terra d’origine, (Caprarica di Lecce, 1986, “Pensionante de’ Saraceniâ€) e Alle radici di Eva ( Lecce, 2014, “Edizioni Milellaâ€).
Il premio alla memoria ricevuto rientra nel progetto di chi lo conobbe e che vuole dare ascolto a quanto lo stesso Epifani espresse in una sua poesia edita nel ’67, versi in cui emerge “il presagio dell’irreparabileâ€, come disse Ennio Bonea nella presentazione di “Una terra d’origineâ€:
Non costruitemi una tomba/con una croce da portare dopo morto/Io voglio essere/l’albero della vigna/e il seme/che scoppia nella terra/voglio essere la luce/e l’ombra della sera/Io voglio essere carne stanca/di giglio profumato/E che il vento spanda/nelle orti/nelle case/nelle strade/della mia gente.
Versi che impegnano, noi che abbiamo voce, a mantenere vivo il ricordo di questo poeta, non solo per un motivo affettivo e umano, ma soprattutto per una consapevolezza del valore letterario delle sue opere.